Sorpresa: a luglio è aumentata la domanda di mutui. I dati Crif ci dicono che, dopo due anni e mezzo in cui la domanda di finanziamento immobiliare era risultata sempre in calo, inaspettatamente il dato relativo al mese di luglio di quest’anno mostra una crescita del 2% rispetto a luglio 2012. Un dato che apre un barlume di ottimismo in un comparto che rimane fortemente orientato al pessimismo: il “Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia” di luglio della Banca d’Italia registra un incremento degli agenti immobiliari che prevedono un calo dei nuovi incarichi in estate, entro settembre. In generale, i giudizi degli operatori sulle tendenze a breve termine del mercato immobiliare «restano negativi e in lieve peggioramento». E i pochi che comprano fanno scarso ricorso alle banche: la quota di acquisti di abitazioni finanziati con un mutuo è diminuita per il quarto trimestre consecutivo (al 55%), così come il rapporto tra ammontare del mutuo e valore dell’immobile (sceso al 55,8% dal 56,1% del primo trimestre).
Del resto non ci sono schiarite al momento sulla stretta del credito: sempre dai dati della Banca d’Italia emerge che a giugno i prestiti delle banche al settore privato sono calati del 3% su base annua (a maggio meno 2,4%), e quelli alle famiglie dell’1%. Di positivo emerge un lieve calo dei tassi d’interesse sui mutui, passati dal 3,94 al 3,90%, ma pur sempre «superiori ai livelli osservati nel 2010, sebbene i tassi di politica monetaria abbiano raggiunto i minimi storici», rileva via Nazionale.
In questo panorama non troppo incoraggiante, la rilevazione del Crif è comunque un buon segnale: «Il dato positivo rilevato nell’ultimo mese — spiega Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di Crif — colpisce in quanto anche nel precedente semestre la domanda si era confermata decisamente debole e selettiva, scontando la fragilità del quadro economico complessivo». I prossimi mesi ci diranno se i timidi segnali di ripresa si consolideranno. Nel frattempo, le banche stanno incentivando la domanda di mutui a tasso fisso. Un primo segnale arriva dagli spread aggiunti all’Irs, il parametro di riferimento dei mutui a rata “inchiodata”. Mediamente, da gennaio a luglio di quest’anno per i finanziamenti di durata ventennale gli spread hanno registrato un calo nell’ordine dello 0,25%. «Dietro questa riduzione — spiega Stefano Rossini, amministratore delegato di MutuiSupermarket.it — c’è la volontà delle banche di riequilibrare le erogazioni dei mutui a tasso fisso che storicamente rappresentano circa il 30% del totale posizioni mutuo nei portafogli bancari, riducendo il rischio di mancato rimborso a causa di una possibile crescita della rata dei mutui a tasso variabile, dovuta a potenziali aumenti futuri degli indici Euribor». Tuttavia, le previsioni per i mutuatari a rata “ondeggiante” sono positive: al mercato Liffe di Londra per i futures Euribor si prevede il superamento della soglia dell’1% intorno a giugno 2016.