Si comprano e si vendono meno case. Dietro la stagnazione del mercato immobiliare non ci sono solo l’effetto-tasse, il minore potere d’acquisto degli italiani e i prezzi del mattone, ma anche il caromutui e la stretta creditizia, che ha visto le banche concedere con il contagocce i prestiti fondiari. L’anno scorso le sottoscrizioni di mutui per l’acquisto della casa sono scese del 19% e nei primi tre mesi del 2012 addirittura del 46%. Come ricorda Stefano Rossini, ad di Mutuisupermarket.it, un anno fa le banche applicavano ai tassi di riferimento del mercato uno spread dell’1,2% sui prodotti variabili e dello 0,95 su quelli fissi. Lo scorso febbraio, invece, la media delle migliori offerte vedeva uno spread del 3,3% sui variabili e addirittura del 3,56 sui fissi. Il 300% in più, tanto da far crollare il mercato delle surroghe.
Tesi confermata dalle rilevazioni dell’Osservatorio di Mutuionline.it. Nel primo trimestre 2012, le surroghe e la sostituzione dei vecchi mutui sono crollate al 5,5% sul totale dei nuovi finanziamenti. L’importo medio concesso dalle banche è stato di 128.126 euro, la durata privilegiata quella di 30-40 anni e il tasso preferito quello variabile (56%) rispetto al fisso (26%) e ai prodotti con il Cap (12,8%), ovvero con la garanzia di un tetto di fronte a un rialzo dei tassi.
Nell'ultimo mese, grazie anche all’iniezione di liquidità europea, qualche banca (vedi tabella) sta ripuntando sul prodotto-mutuo. Tra le banche che hanno deciso di rompere la soglia del 3% di spread applicato sul tasso di riferimento del mutuo (l’euribor per quelli variabili) c’è Cariparma. Forte dell’appartenenza al colosso francese Crédit Agricole, ha stanziato un plafond di 2,5 miliardi per l’erogazione dei mutui.