La differenza tra il miglior tasso variabile e il miglior fisso è oggi intorno ai 250 punti base. Per chi è orientato a stipulare un mutuo, partire con il tasso indicizzato sembrerebbe la soluzione ottimale. Ma quando si tratta di mutui, non esiste una soluzione buona per tutti». Per Stefano Rossini, amministratore delegato di FairOne, il nuovo broker online che gestisce Mutuisupermarket.it, il tasso fisso offre più sicurezza ma per molte famiglie il tasso variabile è l'unica opzione possibile.
Qual è il trend di mercato?
Le richieste di mutui a tasso fisso stanno sicuramente aumentando. Però bisogna fare molta a attenzione a scegliere il prodotto giusto perché dallo scorso agosto gli Eurirs sono aumentati abbastanza allontanandosi dai minimi storici, comportando un aumento del costo dei tassi fissi. Certo, chi ha stipulato un mutuo a tasso fisso in promozione lo scorso agosto-settembre al 4% ha fatto un affare sul lungo periodo. Oggi i tassi restano competitivi sul lungo periodo ma la forchetta con il variabile è ancora consistente.
Quali prospettive per chi è orientato a stipulare un mutuo a tasso variabile?
Nel breve periodo è la soluzione di gran lunga più conveniente. Ma le rate di oggi sono inevitabilmente destinate ad aumentare nei prossimi 2-3 anni perché sia l’Euribor che i tassi Bce sono visti in rialzo. Pertanto prima di stipulare un mutuo a tasso variabile è bene calcolare quale sarebbe l'importo della rata in caso di un rialzo dei tassi futuro di circa 200-300 punti base. Per capire se l'importo finale sia alla portata del bilancio familiare.
Potrebbe essere un buona idea partire col variabile con l'idea di provare a rinegoziare o surrogare in seguito.
Non è da escludere. Ma bisognerà seguire la dinamica dei tassi perché oltre agli Euribor anche gli Eurirs potrebbe salire. Ingenerale, il timing migliore per surrogare è quando la forchetta tra fisso e variabile si riduce.