I mutui saranno meno cari. Però occhio alle banche.

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I mutui saranno meno cari. Però occhio alle banche.
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Mario Draghi si prende lo scranno più alto della Bce e nel giro di poche ore sconfessa la politica del predecessore Trichet, che ad aprile e luglio aveva deciso per un aumento dei tassi di interesse. Ma mettiamo da parte sia la politica monetaria sia la macroeconomia. La scelta di tagliare il tasso di 25 punti base, dall’1,50% all’1,25%, ha ripercussioni concrete, seppur non stratosferiche, anche per chi mese dopo mese deve ripagare un mutuo. La rata viene determinata dallo spread bancario, stabilito dai singoli istituti, calmierato dal tasso di riferimento europeo, l’Euribor. Se il tasso d’interesse stabilito dalla Bce diminuisce, con lui cala anche l’Euribor. Per fare un esempio pratico, spiega Stefano Rossini, amministratore delegato di MutuiSupermarket.it, «per una famiglia che ha acceso un mutuo a tasso variabile di 100mila euro spalmati su 20 anni la rata mensile diminuirà in media di 13 euro. Non sono cifre da capogiro, ma il risparmio su base annua risulta di poco superiore ai 150 euro».

I mutui insomma costeranno un po’ meno, e la mossa a sorpresa di Draghi fa nuovamente avvicinare il costo del denaro ai suoi minimi storici. A fare da contrappeso, però, restano le difficoltà delle banche e dei mercati finanziari.

Gli istituti, che hanno in cassaforte miliardi in titoli di Stato sotto pressione, potrebbero essere costretti, nei prossimi mesi, a rivedere nuovamente al rialzo lo spread dei mutui. In pochi mesi l’indicatore è già più che raddoppiato, passando in media dall’1,20% registrato a marzo al 2,50% di inizio novembre. I fogli informativi di certe banche propongono mutui con uno spread che si avvicina al 5%: sul mercato le differenze tra banca e banca possono essere macroscopiche e la ricerca dell’offerta più conveniente deve essere meticolosa.

Gli istituti, è vero, continuano a operare in una palude piena di insidie, ma a pagarne il conto sono i clienti. E non solo in termini di interessi sempre più salati, ma anche perché è sempre più difficile farsi concedere un fido. Su base annua le erogazioni di mutui, secondo le rilevazioni di Bankitalia, sono già calate del 6-7%, e Palazzo Koch prevede che la contrazione sia destinata a impennarsi nei due mesi che ci separano dalla fine anno. In parallelo i clienti, altrettanto sfiduciati, chiedono sempre meno mutui e per importi che si assottigliano: in media, oggi, sono pari a 130mila euro. La situazione è ancor più ostica nel meridione, dove - secondo un’indagine di Mutui.it - oggi solo un giovane su sei riesce a ottenere un mutuo.

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