Mutui con rate più leggere e prestiti alle imprese meno cari

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Il Messaggero

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E’ una delle lezioni base di politica monetaria: un costo del denaro più basso stimola investimenti e consumi. Spese produttive, ma anche personali e familiari. Insommacrescita e sviluppo, soprattutto in assenza di spinte inflazionistiche. E allora vediamo chi potrebbero essere i maggiori beneficiari della prima decisione dell’era Draghi alla Bce.

Famiglie e mutui in corso. Risparmierà solo chi ha già un contratto di mutuo a tasso variabile. Secondo le prime simulazioni di MutuiSupermarket.it, il taglio di 25 punti base del tasso Bce su un mutuo di 100.000 euro a 20 anni «fa scendere la rata mensile di circa 13 euro, per un risparmio annuale di poco superiore ai 150 euro». I mutui variabili generalmente hanno come tasso di riferimento l’Euribor a tre mesi, che è un tasso di mercato (interbancario) e dunque esposto all’incontro della domanda e dell’offerta. Spesso il mercato interbancario precede le mosse dell’istituto di Francoforte. Ma in questo caso la decisione di Draghi è stata una sorpresa, cosicché è probabile un alleggerimento delle rate del mutuo. Ieri l’Euribor a un mese era in ribasso da 1,361% a 1,36%, l’Euribor 3 mesi in ribasso da 1,584% a 1,58%. I valori dei future quotati a Londra indicano infatti per il tasso a 3 mesi un valore dell’1,30% a fine 2011, dell’1% fra un anno e una risalita al 2% soltanto nel 2015.

Famiglie e nuovi mutui. Sul piano di ammortamento oltre al tasso di riferimento incide lo spread, ovvero il differenziale applicato dalla banca per coprire i propri costi (raccolta, rischi di insolvenza, ecc.). Ultimamente gli istituti hanno aumentato sensibilmente gli spread, a causa di una provvista a loro volta più cara, dovuta sia ai recenti downgrade delle società di rating e sia all’onda lunga del balzo del differenziale tra Btp e Bund. E così nonostante Euribor e Irs (quest’ultimo è il riferimento per i mutui a tasso fisso) fossero a livelli bassi, accendere un mutuo era diventato molto più costoso. La mossa a sorpresa di Draghi rende più conveniente la raccolta delle banche che, quindi, dovrebbero abbassare il costo dei nuovi mutui.

Acquisti a rate. Praticamente per le stesse motivazioni dei mutui, anche il credito al consumo stava subendo un’impennata. Secondo le rilevazioni di Bankitalia tra giugno e settembre 2011 i contratti di credito finalizzato (elettrodomestici, auto, ecc.) viaggiavano su tassi medi del 10,46% annuo; i crediti personali sull’11,21%. Ora ci dovrebbe essere un calo.

Imprese e finanziamenti. Secondo recenti calcoli del quotidiano Il Sole 24 ore, le imprese italiane su uno stock complessivo di105 miliardi di euro di credito, hanno pagato quest’anno un miliardo e mezzo come extra costo. Sia come effetto diretto del caro-raccolta delle banche e sia a causa dell’aumento dello spread tra Btp e Bund. Per reggere la concorrenza dei titoli di Stato le aziende che hanno lanciato prestiti obbligazionari in questo periodo hanno dovuto offrire tassi superiori al 5,5%, contro i 3,5% delle loro omologhe tedesche e francesi.

Conti pubblici. Se la decisione di Draghi avesse qualche effetto positivo anche sulla speculazione sui nostri titoli di Stato, l’effetto benefico oltre che sulle imprese ci sarebbe anche per la bolletta Stato.

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