Un punto di vista differente. E' quello dell'ultima edizione della Bussola mutui, report sul mercato dei finanziamenti ipotecari redatto da MutuiSupermarket e dalla centrale rischi Crif. Secondo lo studio in questo momento le erogazioni non crescono perché non c'è domanda immobiliare, mentre le banche sarebbero disposte a erogare di più.
In verità gli istituti stanno dando più soldi, ma lo fanno per finanziare le surroghe. Secondo la Bussola la rottamazione dei finanziamenti in corso rappresenta un quarto della domanda di erogazione, mentre nello stesso periodo del 2013 si arrivava al 10%. A spingere la domanda c'è la continua discesa degli spread, che a fine settembre hanno abbattuto il muro del 2%, posizionandosi all'1,95%.
Scende l'importo medio richiesto dalla clientela, che ora si posiziona poco sopra i 123mila euro, 13mila euro in meno rispetto a due anni fa. La diminuzione è spiegabile in parte con l'aumento delle surroghe, che riguardando prestiti in corso mette in gioco importi minori rispetto ai mutui di nuova stipula, ma in parte anche con la riduzione dei prezzi delle case.
Il netto miglioramento delle condizioni offerte per i tassi fissi, sta riducendo il gap di erogazioni con il variabile; la domanda nel terzo trimestre dell'anno ha infatti riguardato per il 62% l'indicizzato, cinque punti in meno rispetto al periodo precedente mentre il fisso è passato dal 19 al 25%. Poche le richieste per mutui misti e con cap.
I dati sull'età dei richiedenti mette in luce un'anomalia tutta italiana: solo il 24% delle domande proviene da persone con meno di 35 anni. Rimane stabile all'83% la quota di richiedenti con lavoro dipendente a termine fisso mentre i pecari rappresentano solo il 2%. Scende al 29% la fetta di chi chiede un mutuo e guadagna tra 1.000 e 1.500 euro al mese, si tratta di persone che però hanno una scarsa possibilità di ottenere il benestare, se non per importi molto bassi. Ancora meno ne ha il 13% di coloro che stanno sotto la soglia dei 1.000 euro al mese.