Ribassi in vista per i tassi

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Il Sole 24 Ore

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Il vento sta cambiando. Gli spread sui mutui - imballati da più di un anno oltre la soglia media del 3% - potrebbero iniziare un percorso al ribasso a partire da fine mese.Secondo quando risulta al Sole 24Ore alcuni istituti hanno già pronte nel cassetto nuove offerte al ribasso che prevedono ribassi fino a 20 punti base sul tasso variabile e oltre i 30 punti (questa dovrebbe partire già la prossima settimana) sulle nuove offerte a tasso fisso, mutui che nell’ultimo anno hanno rappresentato non più del 15-20% del totale delle erogazioni. Di questo passo entro fine anno gli spread più competitivi sui mutui potrebbero arrivare intorno al 2,1%, superando le attuali migliori offerte che vedono in campo (e non a caso) due banche francesi (Crédit Agricole e Bnl-Bnp Paribas) e una tedesca (Deutsche Bank) che possono contare per la raccolta di denaro su un mercato interbancario più favorevole e si posizionano oggi con tassi tra il 2,3% e il 2,5% (sul fisso) e il 2,75% (sul variabile). Certo, siamo ancora lontani anni luce da metà2011, quando si potevano ancora stipulare mutui con spread all’1%. Questo il quadro che si va delineando per l’ultimo trimestre 2013. È un trimestre caldo, in cui molti istituti si portano avanti pianificando la strategia per il prossimo anno. «Per il 2014 le principali banche operanti in Italia prevedono un aumento delle erogazioni del 10-20% rispetto al 2013 - spiega Stefano Rossini, amministratore delegato di Mutuisupermarket.it . Questo vuol dire che c’è più apertura adesso a spingere il mercato con offerte migliori.Ma se le intenzioni lato offerta sono buone bisognerà che alcuni fattori esogeni giochino a vantaggio del nuovo quadro. Le tre più grandi incognite sono la tenuta politica del governo, un risveglio della domanda e le tempistiche sullo sblocco definitivo del programma di acquisti di mutui cartolarizzati dalla Cassa depositi e prestiti». Se questi tre ostacoli saranno superati le nuove promozioni che stanno per partire a giorni potrebbero consolidarsi in un trend di fondo tale da spingere anche altri istituti a seguire le orme degli apripista che taglieranno gli spread in questo ultimo trimestre dell’anno. Oltre alla tenuta della trasversale maggioranza del governo Letta la ripartenza dei mutui è connessa alla ripartenza della domanda. A luglio e agosto (dopo due anni e mezzo di cali) la domanda è tornata positiva (+2% e +4%) secondo le rilevazioni di Crif (basate su istruttorie avviate e non su sondaggi). «Adesso però - continua Rossini - è importante superare il test di settembre/ottobre, decisamente più impegnativo dato che nei mesi estivi la domanda è storicamente bassa e quindi il recente dato in rialzo è un buon segnale ma non basta da solo a spiegare l’inversione del trend negativo». E poi c’è la questione della Cassa depositi e prestiti che prevede di stanziare fino a cinque miliardi in favore di mutui e bond casa. «Le banche però attendono le tempistiche di questa azione prima di muoversi in modo netto». Il ribasso degli spread potrebbe determinare un secondo effetto positivo:  l’allargamento delle maglie del credito. Se negli ultimi mesi, complice la crisi e il deterioramento della qualità della domanda, molti istituti hanno preteso un rapporto rata reddito del 30/35% in fase di istruttoria, nell’ultimo trimestre dell’anno si potrebbe tornare al "vecchio" 40/45%. A quel punto per giovani coppie e altre categorie (oggi più svantaggiate) la strada per ottenere un mutuo potrebbe essere un po’ più semplice.
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