E’ un boom di “vendesi”, ma non sarà una bolla. Anzi, i dati dell’Agenzia delle Entrate sul quarto trimestre 2015 confermano la ripresa delle compravendite. Dopo gli anni di crisi, il mattone, anche se piano, si risveglia e mostra segnali positivi, tutto grazie alla riduzione del costo dei mutui, alle banche che sono più disposte a concederli e in linea generale alla ripresa dell’economia. Dietro questa rinascita, infatti, c'è la ripresa dei mutui che oggi hanno i tassi ai minimi storici, sia per la discesa degli spread sia per la caduta del costo del denaro. L’Euribor a 3 mesi, l’indice di riferimento per i mutui a tasso variabile, è addirittura negativo dello 0,23%.
Ci sono buoni motivi per sostenere la ripartenza del settore immobiliare e far riacquisire valore a un patrimonio che rappresenta il 20% del PIL del Paese. Innanzitutto, il mattone è tornato a essere un asset ricercato dagli investitori. Secondo, il proposito di rivedere la fiscalità del settore immobiliare è diventato realtà: l’abolizione della tassazione sulla prima casa, la proroga delle detrazioni fiscali su ristrutturazioni ed efficientamento energetico, tutti quei provvedimenti necessari per il rilancio del real-estate posso dare uno sprint al comparto immobiliare in ripresa. E infine, il nostro mercato incomincia a essere attraente per gli investitori esteri.
Il 2015 è stato un anno importante. Il 2016 si profila come un periodo di consolidamento della ripresa, in vista, si spera, di un brillante 2017.