La tregua continua: un 2018 di tassi ancora ai minimi

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La tregua continua: un 2018 di tassi ancora ai minimi

Quali sono le prospettive per il nuovo anno? In apertura del 2018, ci si augura che il mercato dei mutui viaggi verso una maggiore solidità nel medio lungo termine.
Grazie al contributo della Bce, che continuerà a immettere liquidi sui mercati anche nel 2018, i due terzi delle famiglie italiane, quelle che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile, potranno dormire sonni tranquilli. 
In Italia come in tutta l’Eurozona la situazione dovrebbe restare stazionaria ancora a lungo: non si prevedono aumenti nei tassi di interesse per buona parte del 2018 e forse addirittura oltre. Ciò significa che le rate dei mutui variabili rimarranno al di sotto delle medie storiche, per la gioia delle numerose famiglie che li hanno scelti o che li sceglieranno nei prossimi mesi.
Mentre l’Euribor, che viene utilizzato come strumento per determinare gli interessi dei mutui a tasso variabile, si manterrà su valori negativi, l’Eurirs, usato come base per il calcolo dell’interesse fisso, subirà molto probabilmente un rialzo. 
Tuttavia, anche grazie alle offerte promosse dalle diverse banche nazionali, è probabile che la maggior parte delle famiglie italiane seguirà il trend del 2017, in cui si è registrato il boom di mutui a tasso fisso. 
Per tutto il 2018 potremo avere tassi che non si discostano da quelli attuali, con le migliori offerte per il fisso e le durate tra i 20 e i 30 anni che si attesteranno ancora su valori inferiori al 2%, una garanzia di sicurezza per le famiglie di fronte alle incertezza e alle fluttuazioni del mercato.
In generale, si può ipotizzare una diminuzione delle erogazioni, perché le richieste di surroga continueranno a scendere, dal momento che sarà difficile migliorare la situazione attuale. L’anno scorso la crescita delle nuove erogazioni non è riuscita a bilanciare il crollo delle surroghe. E così, rileva Crif, il 2017 si è chiuso con una diminuzione del 10,3% delle domande totali di prestiti casa delle famiglie italiane. 
Anche a dicembre è proseguita la tendenza degli ultimi mesi, che ha visto una flessione delle richieste di surroghe che nell'ultimo mese dell'anno hanno toccato un -15,9%. Crif evidenzia in particolare un forte calo rispetto al 2016, anno in cui l'incidenza dei mutui di sostituzione era stata importante.
Come sottolineato, tale dinamica negativa dipende esclusivamente dal rallentamento delle richieste di surroga rispetto all'anno precedente a seguito del progressivo ridimensionamento dei mutuatari per i quali l’operazione risulta ancora conveniente. 
La componente relativa alle nuove erogazioni, invece, è cresciuta in parallelo alla ripresa del mercato immobiliare. Nel complesso, il mercato dei mutui beneficia del graduale incremento del numero delle compravendite residenziali e del ridimensionamento degli acquisti immobiliari sostenuti in contanti. 
Va ricordato anche il miglioramento della situazione economico-finanziaria delle famiglie, tassi applicati ancora molto contenuti, nonché prezzi degli immobili residenziali estremamente appetibili.
Altro dato positivo che emerge dal Barometro Crif è quello relativo all'andamento dell’importo medio richiesto, che a dicembre ha segnato 127.505 euro, con una crescita pari a +1,7% rispetto allo stesso mese del 2016 ma, soprattutto, ben +6.312 euro da inizio anno.
Nel corso del 2017 si è assistito a una ripresa costante dell’importo medio delle richieste di mutuo, proprio per il minor peso delle surroghe, che per natura hanno un importo medio più contenuto. A livello di intero anno 2017, il valore medio richiesto si è attestato a 125.600 euro.
Per quanto riguarda la distribuzione delle richieste per classe di durata, nel 2017 la fascia compresa tra i 16 e i 20 anni si conferma al primo posto con un 24,6% sul totale, seguita da quella tra i 26 e i 30 anni, con il 22,2%. Si segnala un forte spostamento verso piani di rimborso a medio-lungo termine, superiori ai 20 anni, che registrano una crescita del 2,6% rispetto al 2016. 
Analizzando la distribuzione delle interrogazioni in relazione all'età del richiedente, al primo posto si conferma la fascia compresa tra i 35 e i 44 anni che nel 2017 spiega il 35,1% del totale. 
Se il 2017 è stato un anno in cui il calo delle surroghe ha in parte “offuscato” la performance dei nuovi mutui, si può ben sperare che per il 2018 il mercato, sostenuto da tassi ancora bassi, in un orizzonte a lungo termine cresca con numeri più rilevanti e ritmi più stabili. 

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