Non sono confortanti i dati diffusi la settimana scorsa a Bologna dall'Osservatorio Nomisma riguardo il
mercato immobiliare italiano. Risultano flebili le prospettive di una consistente ripresa del settore, almeno fino alla fine del 2012. Dopo i primi due trimestri di crescita, con tassi tendenziali in aumento rispettivamente del 3,4% e del 2,4%, è seguito un calo che, nella seconda parte dell'anno, è stato sempre più intenso, passando dal 2,3% del terzo trimestre al 3,4% del quarto, portando il bilancio dell'intero 2010 a una riduzione dello 0,1% delle compravendite su base nazionale.
Analizzando i dati dei mercati immobiliari delle 13 principali aree metropolitane (Milano, Roma, Torino Bologna, Napoli, Bari, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Padova, Palermo, Venezia-Mestre) e delle 13 città intermedie (Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste, Verona) si nota come la diminuzione del valore delle abitazioni sia andata lentamente riducendosi nel corso dell'ultimo biennio. Nel 2010 la diminuzione è stata dell'1,6% nelle prime 13 città italiane (-4,1% nel 2009) e dell'1,8% nelle città intermedie.
Ma i fattori di incertezza a livello nazionale e la politica restrittiva delle banche sul fronte dei mutui continuano a ingessare il mercato. I dati previsionali sui prezzi degli immobili nelle 13 grandi aree urbane non lasciano spazio all'ottimismo, per il 2011 le variazioni delle quotazioni delle case saranno molto modeste e si prevede una crescita dello 0,6% per il secondo semestre del 2011.