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I tassi variabili sono più competitivi. Le ultime offerte per il tasso fisso

Mutui. Ancora più competitivi i prodotti a tasso variabile

Per i prestiti green si può ancora spuntare un tasso fisso al 2,73%

Lucilla Incorvati

Scendono i tassi di interesse e torna a farsi sentire la concorrenza tra i mutui casa. Quelli a tasso variabile, dopo un lungo periodo in cui sono stati messi all’angolo – vista la maggiore convenienza dei tassi fissi – ora rialzano la testa. Da inizio luglio, infatti, i prodotti a saggio variabile presentano Taeg inferiori rispetto ai corrispettivi mutui a tasso fisso.

Il Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale) è l’indicatore del costo complessivo del finanziamento, espresso in percentuale annua, comprensivo degli interessi e di tutte le spese aggiuntive (commissioni, spese istruttorie, assicurazioni obbligatorie e altri costi).

Le soluzioni
«In caso di mutui per l’acquisto di un immobile green (in classe energetica A o B) il risparmio in termini di Taeg – spiega Guido Bertolino, responsabile business development di MutuiSupermarket – è dell’ordine di 25 punti base, che sale quasi a 50 punti base in caso di mutui per acquisto di immobili non green».

L’elaborazione realizzata da MutuiSupermarket per Plus24 mette a confronto le migliori 10 soluzioni nell’ambito del finanziamento casa, sia a tasso variabile sia a tasso fisso, considerando le due ipotesi di immobili green e non green.

Nel dettaglio, il caso ipotizzato è quello relativo all’acquisto di un immobile situato a Milano, del valore di 200.000 euro, per un importo richiesto di 140.000 euro e una durata del mutuo di 25 anni, da parte di un individuo di 34 anni con un reddito mensile di 2.400 euro.

Per quanto riguarda l’acquisto di un immobile green, l’offerta a tasso variabile più conveniente arriva da ING, con un Taeg al 2,49%; per i mutui a tasso fisso, l’offerta più allettante è di Intesa Sanpaolo, con un tasso fisso al 2,73%.

Passando invece ai mutui per abitazioni non green, in pole position per i tassi variabili c’è ancora ING, con un tasso al 2,72%, mentre per i tassi fissi l’offerta più conveniente è di Crédit Agricole, con un tasso del 3,19%.

In prospettiva
Lo scenario è in evoluzione e la maggior convenienza potrebbe non fermarsi a questi livelli. Anzi, il divario potrebbe farsi più consistente nei prossimi mesi.

Come ricorda ancora Bertolino, secondo le attuali previsioni i tassi variabili dovrebbero ridursi di ulteriori 20-25 punti base entro la primavera 2026, per poi tornare gradualmente a risalire e riportarsi sui livelli attuali nel 2027.

«Ipotizzando dunque un mutuo medio di 140.000 euro in 30 anni per l’acquisto di un immobile non green, con l’andamento atteso degli indici Euribor, il miglior variabile di oggi – dettaglia Bertolino – consente un risparmio di circa 1.000 euro in spesa per interessi rispetto al miglior tasso fisso nei primi due anni di ammortamento».

La scelta
L’attuale convenienza del variabile non significa che quest’ultimo sia necessariamente la scelta giusta per tutti. I tassi fissi costano di più, ma il gap non è tale da garantire un risparmio imperdibile per chiunque.

Per chi desidera tranquillità a lungo termine, punta a un mutuo di lunga durata e ha come priorità sicurezza e stabilità, il mutuo a tasso fisso resta una scelta interessante.

Il variabile è invece più adatto a coloro per cui anche un risparmio moderato può fare la differenza, a chi ha una maggiore propensione al rischio e, soprattutto, la volontà di seguire con assiduità l’andamento dei tassi e il mercato dei mutui. Infatti, una volta scaduto il periodo favorevole previsto, sarà tempo di fare il “tagliando” al proprio mutuo: valutare cioè le opportunità di ottenere condizioni migliori attraverso una surroga per passare al fisso.

Questa operazione – il trasferimento del mutuo a un’altra banca a condizioni migliori – può essere vantaggiosa per chi ha davanti a sé ancora diversi anni di ammortamento. Tuttavia, prima di fare questo passo è bene sapere che:

  1. Con la surroga si possono modificare solo il tasso e la durata del contratto, con benefici sul monte interessi da pagare.
  2. Non si può ridurre l’importo del debito residuo (obiettivo raggiungibile solo con la sostituzione, che richiede un nuovo contratto e un nuovo atto notarile, con relative spese).
  3. In genere la richiesta di surroga è accettata dal nuovo istituto se l’importo residuo è pari almeno al 60-70% del valore totale.
  4. Prima di optare per la surroga è bene valutare sempre il Taeg, indicatore del costo complessivo del mutuo.

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