
Andamento tasso Euribor del 16 maggio
I tassi Euribor di oggi
L’Euribor, acronimo di Euro Interbank Offered Rate, è un tasso di interesse di riferimento introdotto l’1 gennaio 1999 che rappresenta il costo del denaro tra le principali banche europee. Detto in parole semplici: è il prezzo a cui le banche si prestano soldi tra loro. Se ti suona un po’ astratto, pensa a una sorta di “temperatura finanziaria” che influenza il costo dei mutui a tasso variabile.
Tassi Variabili
Quando l’Euribor sale, il tuo mutuo può diventare più caro; quando scende, potresti pagare meno interessi.
Per questo, monitorarlo è cruciale per chi ha un mutuo legato a questo tasso o per chi sta valutando di prenderne uno.
Storico andamento Euribor
Per una migliore comprensione dell’andamento del tasso Euribor, è utile analizzare i dati storici degli ultimi anni. Osservando le fluttuazioni nel tempo, si possono identificare periodi di stabilità e volatilità, che sono spesso influenzati da eventi economici globali e dalle decisioni della Banca Centrale Europea. Questo contesto aiuta a prevedere potenziali variazioni future e a prendere decisioni informate, specialmente per chi ha mutui indicizzati a questo tasso.
Come funziona l’Euribor: uno sguardo dietro le quinte
Tecnicamente parlando, l’Euribor viene calcolato ogni giorno lavorativo in base alle stime di circa 20 banche europee, che indicano a quale tasso si presterebbero denaro. Sulla base di queste indicazioni, si ottiene una media che va a costituire l’Euribor. L’Euribor può essere rilevato su base giornaliera, mensile, trimestrale o semestrale: generalmente, più lungo è il periodo di riferimento, maggiore è il tasso. Attualmente lo scenario appare ribaltato, con Euribor trimestrale e semestrale più bassi, ma è per via di circostanze particolari: siamo in una fase di inversione dei tassi e la BCE prevede tagli ancora per tutto il 2025.
Ma attenzione: l’Euribor non è determinato dalla pura e semplice domanda e offerta del denaro tra le banche. Le politiche della Banca Centrale Europea (BCE), l’inflazione, e la fiducia dei mercati influenzano pesantemente il suo valore. Insomma, la volatilità dell’Euribor è dovuta ai diversi fattori macroeconomici che lo spingono in una direzione o nell’altra.
Per diversi anni a partire dal 2015, a causa delle politiche della BCE, l’Euribor ha toccato valori negativi, portando a tassi d’interesse molto contenuti. Tuttavia, tra il 2022 e il 2023 la tendenza si è pesantemente invertita: al momento, i mutui a tasso variabile sono meno convenienti di quelli a tasso fisso.

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Domande correlate
Quando l’Euribor, il tasso di riferimento per i mutui a tasso variabile, assume valori negativi, le banche continuano ad applicare lo spread, che rappresenta il loro guadagno. Anche in presenza di un Euribor negativo, il tasso finale applicato al mutuo si calcola sommando l’Euribor allo spread. Il tasso complessivo per il mutuatario si riduce, ma non può mai diventare negativo: la banca non sarà mai tenuta a “pagare” interessi al cliente.
Tuttavia, molti contratti di mutuo includono una clausola del floor, che stabilisce un tasso d’interesse minimo sotto il quale il tasso complessivo non può scendere, proteggendo la banca da eventuali scenari estremamente favorevoli per il mutuatario. Questo significa che, anche se l’Euribor scendesse molto al di sotto dello zero, il tasso d’interesse non potrà mai scendere oltre una certa soglia, garantendo comunque alla banca un guadagno.
La presenza di una clausola del floor va attentamente valutata, poiché limita i vantaggi per il mutuatario in caso di tassi Euribor molto bassi o negativi.
Il tasso variabile è un tipo di interesse applicato ai mutui, dove le rate possono variare nel tempo in base agli indici di mercato come l’EURIBOR o, molto più raramente, il tasso BCE. Questo significa che, se questi tassi aumentano o diminuiscono, anche le tue rate mensili faranno lo stesso. La banca aggiunge anche uno spread, una maggiorazione fissa, che costituisce il suo profitto.
Uno dei vantaggi del tasso variabile è che, inizialmente, i tassi di interesse tendono ad essere più bassi rispetto al tasso fisso, permettendo di pagare rate inferiori. Tuttavia, l’incertezza sulle future oscillazioni dei tassi di mercato comporta il rischio di aumenti significativi delle rate, rendendo il costo del mutuo meno prevedibile.
La scelta tra un tasso fisso o variabile per un mutuo dipende dalle esigenze di ogni singola persona. Il tasso fisso offre una maggiore stabilità, mentre il tasso variabile può portare ad un maggior rischio ma anche ad una maggiore redditività. Coloro che hanno una situazione reddituale stabile, famiglia a carico e bassa propensione al rischio optano per il tasso fisso. Coloro che sono più disposti al rischio e hanno la ragionevole aspettativa di incrementare il proprio reddito potrebbero preferire un tasso variabile. Si può sempre scegliere di surrogare o rinegoziare un mutuo cambiando il tipo di tasso.
Ti interessa uno sguardo alla situazione attuale dei tassi, e qualche dritta da parte degli esperti di MutuiSupermarket? Leggi la nostra guida alla scelta tra tasso fisso e variabile.
Molti mutui prevedono un piano di ammortamento alla francese, il quale consiste in una rata costituita da una quota interessi, relativa agli interessi maturati nel mese, e da una quota capitale, destinata alla riduzione del debito. La quota interessi tende a diminuire con la riduzione del debito, mentre la quota capitale aumenta per mantenere costante la rata nel tempo.
Calcolare la rata del mutuo non è così semplice, ma volendo utilizzare una calcolatrice la formula è la seguente:
r = (1 + 1 / {(1 + i / 12) ^ n – 1}) * i / 12 * M
dove r è la rata, i è il TAN, n il numero di rate e M è l’importo del mutuo.
Una volta ottenuta la rata, il calcolo degli interessi è molto semplice ed è pari a:
I = r * n – M
dove I sono gli interessi totali, r è la rata, n il numero di rate e M è l’importo del mutuo.
Se preferisci avvalerti di uno strumento più immediato, puoi utilizzare il nostro pratico calcolatore rata e piano d’ammortamento.
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