Sui mutui si risparmia con un’ipoteca del 150%

Gli istituti di credito al momento dell’erogazione di un mutuo iscrivono ipoteca sull’immobile (la garanzia reale) per un valore percentuale calcolato sull’importo del mutuo e non sul valore dell’immobile.
Questo significa che, nel caso in cui il mutuatario non sia più capace di restituire il debito, e quindi l’immobile venga prima espropriato e poi venduto, l’istituto si riserva il diritto di recuperare fino all’importo iscritto nell’ipoteca. Ad esempio, per un mutuo di 100.000 euro con iscrizione al 150%, la banca ha diritto a recuperare fino a 150.000 euro; diritto che sale a 200.000 euro se l’ipoteca è iscritta al 200%.
La differenza è rilevante sia per la banca che per il mutuatario visto che l’onorario del notaio è calcolato sul valore dell’iscrizione ipotecaria e non sull’importo del mutuo. Chi contrae un mutuo per un importo di 130.000 euro con una banca che iscrive ipoteca per il 150%, anziché al 200%, dell’importo del mutuo riesce a risparmiare circa 300 euro sull’onorario del notaio. L’uso di iscrivere ipoteca per il 200% dell’importo del mutuo potrebbe effettivamente essere rivisto dato che risale ai primi anni ’90 caratterizzati da tassi prossimi al 10%.
La legge, già oggi, prevede un meccanismo di indicizzazione dell’ipoteca (art. 39 del Testo Unico Bancario) in base al quale l’iscrizione dovrebbe avere un limite costituito dal capitale, sommato a tre annualità degli interessi e agli interessi di mora. Ad occhio un’iscrizione al 120% potrebbe anche bastare, ma le banche non si fidano a causa delle quotazioni dei valori immobiliari che, in Italia, stentano a decollare.