
Abitazione principale
L’abitazione principale è l’immobile in cui una persona e la sua famiglia risiedono stabilmente e dove si svolge la vita quotidiana. Secondo il concetto fiscale, l’abitazione principale è il luogo in cui il contribuente ha la dimora abituale, ovvero il posto in cui vive in modo continuativo. A questo proposito, l’articolo 43 del Codice Civile chiarisce che la dimora abituale deve coincidere con la residenza anagrafica del soggetto. Per definire un immobile come abitazione principale, è necessario che vi sia registrata la residenza anagrafica e che il proprietario vi dimori effettivamente. Se, ad esempio, si possiede una casa al mare utilizzata solo durante le vacanze, questa non potrà essere considerata l’abitazione principale.
Un aspetto importante da considerare è che l’abitazione principale non solo influisce sulla vita quotidiana, ma ha anche conseguenze fiscali significative. Infatti, per le abitazioni principali si applicano diverse agevolazioni fiscali, come l’esenzione dal pagamento dell’IMU (Imposta Municipale Unica) per gli immobili di categoria catastale diversa da A/1, A/8 e A/9. Questo significa che, se si rispetta la definizione di abitazione principale, si può risparmiare notevolmente sulle tasse immobiliari.
Il ruolo di abitazione principale e dimora abituale nell’acquisto di un immobile
Quando si acquista un immobile, la distinzione tra abitazione principale e dimora abituale diventa cruciale, soprattutto in relazione ai mutui. Infatti, per poter beneficiare di agevolazioni fiscali legate ai mutui, come la detrazione sugli interessi passivi, l’immobile deve essere utilizzato come abitazione principale. Esclusivamente in quel caso, si può detrarre il 19% degli interessi passivi pagati su un mutuo, fino a un massimo di 4.000 euro.
Inoltre, se si desidera richiedere un mutuo prima casa, è fondamentale che l’immobile acquistato diventi abitazione principale entro 12 mesi dall’acquisto. In caso contrario, si rischia di perdere le agevolazioni fiscali connesse all’acquisto, come ad esempio l’imposta di registro ridotta al 2%, o quelle ipotecaria e catastale a 50 €. In caso non si rispettassero le condizioni richieste, si sarebbe tenuti, successivamente, a pagare la differenza. Un buona prassi è conservare regolarmente i documenti che attestano l’uso dell’immobile come dimora abituale, come le bollette delle utenze, che possono servire da prova nel caso di controllo da parte delle autorità competenti.