Il settore immobiliare, pur non avendo subito gli effetti devastanti della crisi, è ben lontano dal poter guardare al futuro con ottimismo. Nomisma, nel suo rapporto sul mercato immobiliare 2011, teme per una "doppia recessione", alla luce della continua debolezza della domanda interna e della percezione di rischiosità del contesto italiano rispetto a quello internazionale.
I prezzi degli immobili in Italia non hanno registrato grossi scossoni; le ultime variazioni semestrali registrano un -0,6% per le abitazioni usate (-0,7% per le abitazioni nel complesso), -0,9% per gli uffici e -0,7% per i negozi. Le compravendite di abitazioni si sono ridimensionate a partire dal 2007, perdendo in quattro anni oltre 250.000 unità. La stabilità delle compravendite registrate sul mercato nel 2010 aveva lasciato ben sperare per il 2011, anno in cui tutti si attendevano il protrarsi di tale tendenza, ma già nel primo trimestre si è rilevato un nuovo calo in tutti i segmenti: complessivamente, le compravendite sono state poco meno di 300.000 (-3,6% rispetto allo stesso periodo del 2010).
La flessione ha riguardato un pò tutti i settori, con il residenziale che ha subito un decremento del 3,7%, il terziario del 4,4%, il commerciale dell'8,9% e il produttivo del 2,1%. All’orizzonte è quasi certa la prospettiva di un nuovo minimo dei volumi di compravendite, anche se una valutazione dell'entità del calo rispetto alle 611.878 transazioni del 2010 potrà essere fatta solo una volta che la situazione sui mercati finanziari si sarà stabilizzata. Per l'anno in corso si prevedono scambi pari a 590.600 unità, contro le 575.000 transazioni stimate dalle previsioni più pessimistiche.