BCE, tassi fermi per la terza volta consecutiva: la stagione dei tagli sembra chiusa

riunione bce 30 ottobre 2025

Inflazione stabile, crescita debole ma positiva. Lagarde: “Siamo in una buona posizione, ma non ancora stabile”.

Terza riunione di fila senza ritocchi ai tassi per la Banca Centrale Europea.
Il Consiglio direttivo, riunito oggi a Firenze, ha confermato i livelli fissati con l’ultimo taglio di giugno: 2% sui depositi, 2,15% sulle operazioni di rifinanziamento principali e 2,40% su quelle marginali.

Anche stavolta la linea espressa è la stessa degli ultimi mesi: le decisioni continueranno a essere prese “meeting by meeting”, cioè di volta in volta e in base ai dati, e la presidente ha sottolineato che il Consiglio “non si impegna su un percorso prestabilito dei tassi”. L’orientamento dei mercati, però, parla da sé.

Mercati sempre più scettici su nuovi tagli

I futures sull’Euribor e sull’IRS danno ormai sempre meno probabile un nuovo taglio nel 2026.
Secondo le ultime proiezioni, l’IRS a 20 anni per la primavera del prossimo anno è stimato poco sotto il 2%, segnale di una stabilizzazione dei tassi a lungo termine e di un mercato che non sconta più ulteriori riduzioni.

In altre parole, la “stagione dei tagli” avviata tra il 2024 e il 2025 sembra davvero alle spalle.
I mercati scommettono su un lungo periodo di pausa, in attesa di nuovi segnali macroeconomici.

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Per il periodo Gennaio 2022 – Ottobre 2025 indicati i valori medi mensili di Euribor 3 mesi e IRS 20 anni. Per i valori attesi da Novembre 2025 a Ottobre 2030 estrapolati i dati dalle quotazioni dei Futures sull’Euribor 3 mesi scambiati sul Mercato Liffe di Londra il 29/10/2025.

Inflazione vicina al target, ma in lieve risalita

Il quadro dell’inflazione resta sostanzialmente invariato. A settembre i prezzi al consumo sono cresciuti del 2,2% su base annua, in aumento rispetto al 2% di agosto; la componente “core”, al netto di energia e alimentari, è salita al 2,4%.

Numeri ancora in linea con l’obiettivo della BCE, che continua a puntare alla stabilizzazione attorno al 2% nel medio termine.

Lagarde ha confermato che le proiezioni restano stabili e che il Consiglio è stato unanime nella decisione di mantenere i tassi fermi, nonostante l’esistenza di prospettive e analisi diversificate tra i suoi membri.

Crescita debole ma resiliente

L’economia dell’area euro ha registrato una crescita dello 0,2% nel terzo trimestre, leggermente superiore alle attese. Un risultato modesto, ma sufficiente perché la presidente Lagarde definisca la situazione in una buona posizione, ma non ancora stabile.” Una posizione che la BCE si impegna a fare tutto il necessario per tutelare e rafforzare.

A sostenere la crescita sono attualmente un mercato del lavoro robusto (la disoccupazione nell’Eurozona si attesta al 6,3%) e la solidità dei bilanci privati – a cui si aggiunge la scia ancora viva degli effetti della stagione di tagli che si è conclusa in primavera.

Permangono tuttavia elementi di incertezza: i dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti, il rafforzamento dell’euro, e le tensioni globali che possono ancora pesare su esportazioni e fiducia. Tuttavia, ha affermato la presidente, l’ultima analisi dei fattori di rischio ha potuto concentrarsi su quelli che iniziano ad attenuarsi e alleviarsi: dopo gli accordi commerciali raggiunti tra UE ed USA, anche i negoziati tra USA e Cina fanno progressi. In più, il recente cessate il fuoco in Medio Oriente è un ulteriore fattore che smorza la pressione sui mercati.

Mutui stabili, ma niente attese di ribassi

Per famiglie e imprese, lo scenario si traduce in stabilità dei tassi di interesse. L’Euribor aveva già prezzato l’esito della riunione e non mostra variazioni significative, mentre i tassi fissi si muovono ormai in un range molto contenuto.

Il tasso medio sui nuovi mutui nell’area euro, secondo la BCE, resta attorno al 3,3%, praticamente invariato da inizio anno.
In pratica:

  • chi ha già un mutuo a tasso variabile non vedrà cambiamenti a breve,
  • chi valuta una surroga può aspettarsi condizioni stabili, senza ribassi sostanziali,
  • chi preferisce la sicurezza può bloccare oggi tassi fissi ai minimi di periodo, in un contesto che non offre più margini di discesa.
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