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6 maggio 2023
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Tassi dei mutui in salita: le mosse per arginare gli aumenti

In 10 mesi la Bce ha alzato i tassi di 375 punti base. Ultimo aggiornamento l’aumento di giovedì di 25 punti base, posizionando così il tasso sui depositi al 3,25% e il tasso di rifinanziamento principale al 3,75%.

Ai mutuatari interessa più da vicino il primo perché è sul tasso sui depositi (pagato dalla Bce alle banche che vi parcheggiano le riserve) che sono tarati gli indici Euribor, utilizzati per calcolare le rate dei prestiti ipotecari a tasso variabile. Ci si chiede a questo punto se questa manovra possa essere sufficiente per mettere la parola fine alla guerra contro l’inflazione. Se analizziamo i dati asettici, ovvero l’inflazione “core” dell’Eurozona (quella che non tiene conto dei prezzi degli energetici e degli alimentari) al 5,6%, la Bce non può dire di aver terminato il lavoro. Perché normalmente il costo del denaro deve sovrastare l’inflazione per avere chance importanti di abbatter-la. A questo punto, delle due l’una.

O scende rapidamente l’inflazione oppure la Bce dovrà mettere mano ancora ai tassi. I future sugli Euribor a 3 mesi aspettano altri due rialzi da qui a fine anno proiettando l’indice dal 3,25% al 3,7%. Dopodiché si aspettano una flessione al 2,9% (dicembre 2024) e al 2,8% (dicembre 2025).

Quindi i tassi potrebbero anche essere non lontani dal picco – a patto che l’inflazione core scenda nei prossimi mesi – ma questo non vuol dire che rivedremo i tassi bassissimi a cui ci siamo abituati negli ultimi 7- 8 anni. Sono considerazioni che i mutuatari – tanto quelli che valutano adesso una nuova stipula tanto coloro che sono già alle prese con un piano di ammortamento e stanno eventualmente valutando di migliorarlo attraverso la rinegoziazione con la propria banca o la surroga con un altro istituto – dovrebbero fare per valutare la mossa a loro più confacente.

I dati indicano che chi sta pagando un tasso variabile ha visto la propria rata salire – in riferimento a un mutuo a 30 anni di 140mila per un immobile dal valore di 200mila euro – da 488 euro di gennaio 2022 a 740 euro di maggio. E se la Bce alzerà an-cora a luglio e a settembre la rata sfiorerebbe i 780 euro, per un aumento complessivo di circa il 60% da quando la Bce ha avviato questo per-corso di strette per contrastare un costo della vita in stile anni ’80.

Quale opzione si ha per arginare questa impennata?

Si può lavorare su due fronti. Il primo riguarda l’abbattimento del debito residuo, per chi ha liquidità in eccesso. A questi tassi è un’operazione conveniente che aiuta il mutuatario a smarcarsi immediatamente di una quota di interessi. Oltre a ciò ci si può muovere sull’ottimizzazione del tasso.

Perché ipotizzando che si stia pagando uno spread dell’1% e dovendo sommare l’Euribor (proiettato al 3,7% entro fine anno) molti mutuatari variabili si avvicineranno al 5%. Altri, quelli con spread in pancia più elevati, lo supereranno. In questi casi la surroga è più che un’op-zione perché le migliori offerte potrebbero consentire di scendere al 3,5-4%. Il fisso vince il confronto anche per i nuovi mutui dato che si può orbitare anche intorno al 3% a fronte di variabili che non scendono sotto il 4%. Da ricordare che era dal 2008 che il variabile non costava in partenza più del fisso.

«Analizzando le richieste di mutuo raccolte sul canale online, il tasso fisso ha spiegato nello scorso mese di aprile oltre il 95% delle preferenze. Questo sia perché ci si attendono nuovi rialzi degli Euribor, ma anche perché numerosi mutui a tasso fisso presentano sin dall’inizio tassi finiti e rate significativamente più basse degli omologhi mutui a tasso variabile – spiega Stefano Rossini, ad di MutuiSupermarket.it -.

Se tra la fine del 2022 e l’inizio 2023 chi intendeva surrogare il proprio mutuo da variabile a fisso lo faceva nell’attesa di risparmi futuri, a maggio si ha la certezza di ottenere una rata più bassa sin dalla prima rata nel momento della surroga del proprio mutuo a tasso variabile verso un nuovo mu-tuo a tasso fisso. Quasi sicuramente tale risparmio sarà destinato ad aumentare nei prossimi mesi».

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