Il tasso Euribor sostiene la domanda
MutuiSupermarket: il 46% delle compravendite con il credito
Le compravendite residenziali crescono anche nel II trimestre 2025, +8,1% sull’anno precedente
Malgrado la perdurante incertezza che condiziona le decisioni delle famiglie, le compravendite residenziali continuano a crescere a ritmo sostenuto anche nel II trimestre 2025: +8,1% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Sui primi sei mesi dell’anno la crescita complessiva è stata del +9,5%.
Pur beneficiando della riduzione dei tassi di interesse rilevata negli ultimi trimestri e di criteri di concessione del credito più accomodanti, rimane stabile la propensione di ricorso al mutuo per sostenere l’acquisto della casa, pari al 45,9% del totale nel II trimestre del 2025, sostanzialmente in linea con il dato registrato dall’Agenzia delle Entrate nel I trimestre.
A fronte della progressiva stabilizzazione dei tassi, senza ulteriori tagli da parte della BCE, sarebbero da valutare le ricadute sulle compravendite residenziali sostenute dal mutuo nel prossimo futuro, che potrebbero registrare una crescita a un ritmo lievemente meno sostenuto.
Secondo l’ultima rilevazione dell’Osservatorio MutuiSupermarket.it, il motore di ricerca e comparazione mutui gestito da FairOne S.p.A., che produce una rilevazione sistematica e strutturata dell’andamento dei mutui immobiliari nel nostro Paese, l’indice IRS a 20 anni, che rappresenta il riferimento per i mutui a tasso fisso, all’inizio di settembre registra un aumento dello 0,02%, attestandosi al 2,94%. L’analogo indice Euribor per i mutui a tasso variabile si attesta invece al 2,05%, in aumento dello 0,03%.
«Secondo le attuali proiezioni, entro la fine dell’anno non dovrebbero esserci ulteriori tagli ai tassi. Analizzando la curva dei futures, un taglio di 25 punti base a inizio 2026 è dato per possibile, ma non probabile; tuttavia l’Euribor dovrebbe mantenere un andamento favorevole almeno fino a metà 2026, per poi iniziare una lenta risalita che lo riporterebbe sui livelli attuali solo nell’estate del 2027. In assenza di scossoni rilevanti sullo scenario economico globale, chi sceglie oggi un tasso variabile potrà quindi contare su almeno tre anni di rate più leggere rispetto al tasso fisso. Questo scenario si sta riflettendo anche sulla domanda di surroga, maggiormente legata al tasso fisso e più sensibile all’andamento del costo del denaro, che risulta in flessione e oggi si attesta intorno al 28% del totale» – commenta Stefano Rossini, amministratore delegato di MutuiSupermarket.it.
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