Il 17 ottobre 2024, il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di riferimento, portando il tasso sui depositi al 3,25%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,40% e quello marginale al 3,65%. Questa scelta, come spiegato dalla Presidente Christine Lagarde, deriva da una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione e della dinamica dell’inflazione di fondo.
“La riduzione è stata determinata dal buon avvio del processo disinflazionistico”, ha dichiarato la Lagarde durante la conferenza stampa. Nonostante l’inflazione interna rimanga elevata, in parte a causa della crescita sostenuta dei salari, la BCE si aspetta un progressivo calo verso l’obiettivo del 2% nel medio termine. “Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive, ma l’attività economica mostra segnali di rallentamento, influenzando positivamente le prospettive inflazionistiche”, ha aggiunto.
Effetto sui mercati: Euribor in calo, ma l’IRS resta incerto
Il taglio dei tassi era atteso dai mercati e ha avuto un immediato effetto sull’Euribor, l’indice di riferimento per i mutui a tasso variabile, che ha mostrato un calo progressivo. Tuttavia, l’IRS, parametro chiave per i mutui a tasso fisso, ha registrato variazioni minime, riflettendo un clima di attesa.
Gli operatori finanziari stanno monitorando l’andamento della politica monetaria e delle previsioni sull’inflazione futura. Secondo gli analisti, il linguaggio usato dalla BCE suggerisce che i tassi potrebbero essere tagliati ulteriormente entro la fine dell’anno, raggiungendo il 3%. Ciò implicherebbe una riduzione complessiva del costo del denaro dall’inizio del 2024 dal 4% al 3%.
Mutui: i variabili costano meno, ma i fissi restano più convenienti
La graduale riduzione dell’Euribor sta finalmente alleggerendo il peso delle rate dei mutui a tasso variabile. Secondo la nostra simulazione, un mutuo da 150.000 euro sottoscritto a gennaio 2021 con un tasso variabile (Euribor 3 mesi + spread 1%) potrebbe passare da una rata di 757 euro a fine 2023 a 688 euro entro gennaio 2025, generando un risparmio di circa 70 euro al mese.
Nonostante ciò, i mutui a tasso fisso rimangono generalmente più convenienti e rappresentano la scelta preferita per il 99% delle richieste online. Al momento, i migliori tassi fissi si aggirano intorno al 3,20%, offrendo una maggiore stabilità nei costi rispetto ai variabili.
Prospettive future: cosa aspettarsi dai mercati
La BCE continua a seguire una politica di "navigazione a vista", prendendo decisioni basate sui dati economici aggiornati. La possibilità di un ulteriore taglio dei tassi a dicembre 2024 alimenta aspettative di una discesa dell’Euribor a lungo termine, con previsioni che stimano un valore del 3% entro gennaio 2025 e potenzialmente dell’1,9% entro fine 2025.
Questi sviluppi potrebbero spingere le banche a proporre nuove offerte sui mutui, come osservato negli ultimi anni. Istituti come BPER hanno già lanciato promozioni interessanti sui mutui green, e altre banche potrebbero seguirne l’esempio entro la fine dell’anno.
Il recente taglio dei tassi BCE rappresenta un passo significativo verso un allentamento delle condizioni di finanziamento, con effetti positivi sia sul mercato immobiliare sia sulle scelte dei mutuatari. Sebbene i tassi variabili inizino a calare, i tassi fissi mantengono una posizione dominante grazie alla loro prevedibilità. Con un ulteriore taglio atteso a dicembre, il mercato dei mutui potrebbe registrare una spinta significativa all’inizio del 2025.