L’Italia divisa dei mutui: dove si compra casa e dove no

Il primo trimestre del 2025 ha segnato una vera e propria svolta per il mercato dei mutui: l’erogato è cresciuto del 52,6%, spinto da tassi finalmente favorevoli. Questa seconda parte dell’anno, invece, vede protagonista della ripresa soprattutto il tasso variabile, in discesa negli ultimi mesi e destinato, secondo le previsioni, a rimanere conveniente almeno fino al 2026.
Dietro questa ripresa si nasconde però un’Italia divisa: un Paese in cui le compravendite immobiliari – e il ricorso al mutuo – crescono in modo disomogeneo da regione a regione.
Il ritorno del variabile: fino a 50 euro in meno al mese
Nel mese di luglio, il gap tra tasso fisso e variabile si è allargato ulteriormente. Su un mutuo da 140.000 euro in 25 anni, la rata variabile consente un risparmio mensile fino a 26 euro per immobili in classe A o B, e fino a 50 euro per immobili in classe energetica C o inferiore. Uno scenario che, in assenza di shock economici globali, potrebbe tradursi in quasi tre anni di rate più basse rispetto al fisso.
Giovani in ritirata
Nel frattempo, mentre il tasso variabile promette di riconquistare terreno, i giovani under 36 stanno rallentando l’ingresso sul mercato immobiliare. Più che l’andamento dei tassi, a frenare questa fascia d’età – che al momento rappresenta circa il 40% dei richiedenti – sembrano essere le incertezze sulle prospettive lavorative e reddituali, e più in generale sulla situazione mondiale.
Questa fascia demografica, protagonista della forte ripresa del mercato durante il 2024 (nel secondo semestre i giovani sono stati responsabili del 43% delle richieste mutuo sul canale online), è tradizionalmente più fragile dal punto di vista creditizio: meno risparmi, difficoltà di accesso a una vera stabilità lavorativa. Per questo motivo è anche particolarmente sensibile alle incertezze economiche e sociopolitiche: scenari incerti hanno sulle finanze dei giovani impatti più immediati, vista l’assenza di quei paracadute patrimoniali o reddituali di cui spesso godono le fasce più mature.
Un’Italia spaccata: chi accelera e chi resta indietro
La fotografia più interessante riguarda però la geografia del credito. Il ricorso al mutuo per l’acquisto casa non è distribuito uniformemente su tutto il territorio:
- in Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia e Veneto, oltre il 50% delle compravendite è supportato da un mutuo;
- in regioni come Sicilia (32,2%) e Liguria (37,1%), la percentuale scende drasticamente.
Questa frattura si riflette anche nei numeri delle compravendite: Emilia-Romagna (+15,4%) e Toscana (+14,5%) guidano la crescita, contro un più modesto +3,9% della Campania. La Toscana spicca anche per l’aumento delle erogazioni di mutui, con un eloquente +99,7%, seguita da Liguria (+58,9%) ed Emilia-Romagna (+56,4%). Tutte le altre regioni si fermano sotto il +50%.
Mutuo sì o mutuo no? Dipende anche dal territorio
La scelta del ricorso a un mutuo – che a volte va di pari passo con quella di rimandare l’acquisto di un immobile – non è determinata solo dalla convenienza numerica: anche il contesto socioeconomico in cui si muovono i potenziali acquirenti è un fattore che pesa.
In regioni dove il mercato è dinamico e l’occupazione più stabile, il mutuo viene percepito come una leva sostenibile, e i futuri mutuatari sono più propensi a un impegno a lungo termine. Al contrario, nelle aree dove il lavoro è più precario o i redditi più bassi, si tende a posticipare l’acquisto casa o, quando possibile, a finanziarlo con capitale proprio o della famiglia.
In questo scenario, il monitoraggio delle condizioni di offerta – aggiornate su base quotidiana – si rivela uno strumento prezioso per orientarsi tra proposte in continua evoluzione. E per chi vuole farsi trovare pronto, il consiglio resta lo stesso: informarsi, confrontare, simulare.
Trovi tutte le migliori offerte su MutuiSupermarket.it.