Mutui 2026: perché le parole di Isabel Schnabel (BCE) cambiano lo scenario per chi deve scegliere tra fisso e variabile

L’intervista rilasciata da Isabel Schnabel a Bloomberg il 6 dicembre segna un cambio di fase importante nella narrativa della BCE. Non è solo una conferma dello stop ai tagli, già ampiamente messo in conto dai mercati: è, di fatto, la prima dichiarazione pubblica di un membro del Board secondo cui la prossima mossa della Banca Centrale potrebbe essere un rialzo dei tassi, quando e se ci sarà un nuovo intervento.
Per chi deve accendere un mutuo (o pensare a una surroga), questa presa di posizione ha implicazioni immediate.
Il messaggio di Schnabel: i tassi non sono destinati a scendere ancora
In occasione delle riunioni più recenti del Consiglio direttivo, Christine Lagarde aveva parlato di tassi descrivendoli come “in un buon punto”. Schnabel va oltre: secondo lei i tassi hanno raggiunto un floor. I mercati si aspettano già che la prossima mossa sia un rialzo, e Schnabel non sembra avere nulla da ridire.
“Sia i mercati sia gli operatori dei sondaggi si aspettano che la prossima mossa sui tassi sarà un rialzo, e io sono piuttosto a mio agio con queste aspettative.”
Dopo la bufera estiva dei dazi e gli smottamenti geopolitici degli scorsi mesi, la tenuta dell’economia dell’Eurozona ha sorpreso tutti. I consumi restano resilienti, e gli investimenti vivaci, grazie alla sempre più massiva adozione dell’AI e all’aumento della spesa pubblica per le infrastrutture, che spinge la domanda e crea lavoro. L’occupazione è vicina ai massimi e, anche se l’inflazione è in calo, resta da tenere d’occhio quella legata ai servizi – la più sensibile alle dinamiche salariali, in rialzo.
Uno scenario di tassi in discesa nel medio termine è, a questo punto, altamente improbabile.
E cosa significa per i mutui? La risposta è molto diversa per fisso e variabile
1) Mutui a tasso fisso: chi deve farlo, meglio che si muova ora
L’IRS – il parametro di mercato che determina il costo dei mutui fissi – sta già risalendo e, alla luce delle parole di Schnabel, difficilmente invertirà rotta a breve. Se le aspettative dei mercati sono orientate verso tassi BCE più alti in futuro, gli IRS tenderanno a seguire quella direzione.
Conseguenza pratica:
Chi sta valutando un mutuo a tasso fisso dovrebbe considerare seriamente di bloccare le condizioni ora, prima che ulteriori rialzi dell’IRS si riflettano sui TAN proposti dalle banche. Siamo lontanissimi dalla corsa dell’estate 2022, ma è chiaramente l’inizio di una fase di ricomposizione verso l’alto.
2) Mutui a tasso variabile: oggi promettono risparmi reali
Con un contesto di tassi “fermi a lungo” e un’eventuale stretta lontana nel tempo, il variabile risulta ancora visibilmente più conveniente, e potrebbe restarlo per almeno un paio d’anni.
È importante tenere a mente che optare per il variabile oggi non significa aver fatto una scelta irreversibile per 20 o 30 anni.
Esistono alcuni prodotti bancari che prevedono già meccanismi di passaggio al fisso dopo un certo periodo, come il Crédit Agricole Greenback, che con l’Opzione Flexi consente — trascorsi 12 mesi dalla stipula — di modificare il tasso da variabile a fisso o viceversa, fino a quattro volte durante la vita del mutuo, senza costi aggiuntivi.
Inoltre, c’è sempre l’opzione della surroga: gratuita e ripetibile durante la vita del mutuo, resta sempre un asso nella manica a portata di mano non appena le dinamiche del costo del denaro dovessero mutare.