Mutui, tassi variabili e fissi 2016: l'evolversi del mercato.

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Mutui, tassi variabili e fissi 2016: l'evolversi del mercato.

Nel medio periodo le condizioni per accendere un nuovo mutuo saranno più convenienti rispetto al 2015. Ebbene si prospetta un buon anno: sono positive le prospettive per chi nel corso del 2016 intende accendere un mutuo a tasso fisso o variabile o per chi è già alle prese con un mutuo a tasso variabile. Le ragioni sono semplici. In prima battuta la politica espansiva della Banca centrale europea, culminata con il Quantitative Easing, in seconda battuta, le previsioni sull'andamento di Eurirs ed Euribor tendono alla stabilità e dunque i tassi di interesse dei mutui dovrebbero rimanere vantaggiosi. Meglio “l’universo fisso o il ballerino variabile”? In breve, in questa particolare fase storica chi ha la possibilità di stipulare un mutuo da estinguere in 10 anni, quasi sicuramente la scelta del tasso variabile può essere quella più indovinata. Attualmente i tassi sono molto bassi e le prospettive per i prossimi anni non fanno intravedere una loro risalita. E poi grazie alla surroga è sempre possibile, se i tassi aumentano, rottamare il mutuo con un altro istituto a condizioni più convenienti.

Parallelamente, il mercato immobiliare dimostra di avere tutti i requisiti per crescere nel 2016. I dati rilevati dall’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate nel terzo trimestre del 2015 segnano un aumento delle compravendite di case del 10,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sui primi 9 mesi, il residenziale è il comparto più attivo con un +9%, seguito dal commerciale con un rialzo degli scambi del 7%, mentre il terziario si ferma a un +0,9%. Il maggior interesse a investire nel mattone è dettato anche da una serie di variabili legate alla forte liquidità che non trova rendimenti interessanti dalle azioni in Borsa ai titoli di Stato, ma anche dal forte ridimensionamento dei valori immobiliari, che rendono l'acquisto più abbordabile. Analizzando l'andamento per aree geografiche, le grandi città ottengono i migliori risultati di crescita (+12,2%, contro il +10% dei Comuni minori), a differenza delle regioni centrali dove lo scarto è a favore dei centri più piccoli. Particolarmente attivi nell'acquisto di una nuova casa sono stati gli abitanti di Napoli città (+21,2%), i milanesi (+18,2%), e i torinesi (15,7%). Tra le metropoli hanno registrato una buona performance anche Firenze (+14,1%), Palermo (+9,2%), Bologna (+6,1%), Genova (+5,5%) e Roma (+4,6%).

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