Nonostante i timori di inizio pandemia il settori mutui ha risposto abbastanza bene alla pandemia da coronavirus. I tassi di interesse ai minimi storici hanno condizionato in maniera positiva le richieste di mutuo sia per l’acquisto che per le operazioni di surroga e di sostituzione.
Il covid 19, o meglio il lockdown a cui ci ha costretti il covid 19, ha modificato il modo di pensare alla casa da parte degli italiani. Ora, quando cercano una casa da acquistare, danno più importanza allo spazio sia interno che esterno, cercano quel vano in più da poter utilizzare come stanza gioco per i bambini o come ufficio per chi è in smart working.
Sta di fatto che la casa rimane il sogno più ricorrente negli italiani e quando decidono di acquistare casa con l’apporto di un mutuo, la prima domanda che si fanno è “meglio un mutuo a tasso fisso o variabile?
Scegliere il tasso di interesse da sottoscrivere crea sempre un po’ di timori.
In questo approfondimento valuteremo insieme quale sia il più conveniente fra le varie possibilità offerte dalle banche.
Tipologie di tasso
La differenza principale tra tasso fisso e variabile sta negli indici a cui i due tassi sono legati.
Il tasso variabile è legato all’Euribor che è il tasso di interesse medio, calcolato giornalmente col quale le banche si scambiano denaro fra loro.
Il tasso fisso invece è agganciato all’’Eurirs ovvero il tasso di interesse utilizzato nelle operazioni swap dalle banche europee a copertura del rischio di interesse.
Tutti gli istituti di credito hanno un ventaglio di offerte di tassi da proporre ai propri clienti quali:
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Mutuo a tasso fisso: con questo tipo di finanziamento il tasso sottoscritto rimane invariato per tutta la durata del mutuo e di conseguenza anche il costo delle singole rate mensili rimane fisso;
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mutuo a tasso variabile: in questo caso il tasso subisce le variazioni in base all'euribor mensile, ed anche il costo della rata mensile può subire delle oscillazioni;
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mutuo a tasso misto: è una via di mezzo fra fisso e variabile, parte con il tipo di tasso concordato tra banca e cliente, e nel corso della sua durata, a scadenze prestabilite (ogni due, tre o cinque anni), il mutuatario può decidere di passare all’altro tipo di tasso;
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mutuo con capped rate: è un mutuo a tasso variabile nel quale viene stabilita una percentuale massima di interesse oltre al quale il mutuo non può andare anche se i tassi dovessero salire in modo notevole;
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mutuo con rata crescente: questo mutuo parte con una rata molto bassa che man mano cresce nell’arco della durata del mutuo;
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mutuo a rata decrescente: l’esatto contrario del mutuo precedente. In questo caso parte con una rata molto alta il cui costo decresce nel tempo.
Conviene più il tasso fisso o il variabile?
Sia che si debba richiedere un mutuo per l’acquisto di una casa o semplicemente chiedere una surroga per avere un mutuo a nuove condizioni, è importante valutare bene quale tasso scegliere.
Se dieci anni fa, esattamente nel 2011, l’euribor oscillava fra 1,5% ed il 3% e l’eurirs fra i 3 ed il 3,5%, oggi i due indici sono pressoché allineati in valore negativo intorno al -0.5%.
Da ciò si deduce che fino ad una decina di anni fa la scelta di chiedere un mutuo a tasso variabile era quasi obbligata.
La differenza in percentuale degli interessi era talmente alta da rendere il mutuo a tasso fisso economicamente meno vantaggioso ed in secondo luogo più difficile da ottenere a causa dell’elevato costo di ogni singola rata (come ben sai la rata mensile non deve superare un terzo delle entrate del mutuatario).
Ora, con gli indici allineati, può risultare quasi scontato sottoscrivere un mutuo a tasso fisso.
I problemi sanitari che hanno investito il nostro paese, la forte instabilità economica e lavorativa sono preoccupazioni che si ripercuotono sulle famiglie che acquistano casa, pertanto cercano nel mutuo una certa stabilità. La scelta di optare per un mutuo a tasso fisso va in quella direzione, avere una rata fissa per tutta la durata del mutuo da una certa tranquillità e sicurezza ai mutuatari che non temono rialzi improvvisi nei tassi.
Cosa influenza il costo del mutuo
Devi sapere che il tasso di interesse offerto dalle banche è condizionato dal Tan e dal Taeg.
Il Tan (tasso annuo nominale) rappresenta il tasso “puro” che viene applicato sul capitale erogato.
Il Taeg (tasso annuo effettivo globale) rappresenta l'interesse complessivo pagato dal mutuatario, ed è calcolato sommando il tan alle delle spese obbligatorie relative all'apertura ed al pagamento del finanziamento.
Per cui, quando valuti un mutuo devi prestare attenzione al TAEG il quale comprende:
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spese di apertura e mantenimento del conto corrente;
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le spese di gestione della pratica;
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copertura assicurativa.
Rimangono escluse dal taeg le spese di perizia, le spese notarili e le imposte relative all’atto di mutuo.
Il tasso applicato può essere calcolato su base annuale, semestrale, trimestrale o mensile; questa determinazione va ad incidere anche sul piano di ammortamento del mutuo che viene allegato all’atto di mutuo.
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