Rinegoziazione del mutuo dal tasso variabile al fisso

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Rinegoziazione del mutuo dal tasso variabile al fisso

Negli ultimi mesi, a causa dell’aumento dell’inflazione la Banca Centrale Europea ha stabilito l’aumento dei tassi di interesse dovuti alle Banche presso cui si è acceso un mutuo, annunciando anche ulteriori aumenti in futuro. Questa manovra ha provocato un consistente aumento della rata mensile relativa a mutui a tasso variabile che i cittadini devono versare alle banche, mettendo in difficoltà diversi mutuatari. 

Per venire incontro ai cittadini e rispondere alle loro difficoltà, il Governo ha annunciato la reintroduzione della legge 106 del 2011 tramite emendamento nella legge di Bilancio 2023. Tale legge, in vigore fino al 2012, prevedeva la possibilità per i clienti di richiedere alla banca presso cui si è acceso un mutuo, di rinegoziare gli accordi presi circa la tipologia di tasso d’interesse. Con la reintroduzione di tale norma nella Manovra di Bilancio 2023, i titolari di un mutuo a tasso variabile possono presentare la richiesta alla propria banca per ottenere il passaggio al tasso fisso. 

Optare per un mutuo con tasso variabile è la scelta migliore nei momenti in cui si prevede una discesa dei tassi di interesse. Tuttavia, in una situazione economica come quella attuale che risente delle crisi sanitarie e umanitarie e della guerra in corso nel cuore dell’Europa, è diventato chiaro che i tassi di interesse siano destinati ad aumentare rendendo più conveniente usufruire di un mutuo a tasso fisso.

Tale manovra è un grande aiuto per le famiglie, in particolar modo verso quelle che percepiscono redditi bassi, ma è possibile usufruirne solo ad alcune condizioni e rispettando precisi requisiti.

Come funziona e i requisiti

Fino al 31 dicembre 2023 si può ottenere la modifica dei termini delle condizioni del contratto per il mutuo acceso per la ristrutturazione o l’acquisto di un’abitazione. Però, il passaggio da un mutuo a tasso variabile a uno a tasso fisso è possibile soltanto rispettando determinati requisiti:

  • L’importo del mutuo non può eccedere i 200.000 euro
  • Il reddito ISEE dei mutuatari non può eccedere i 35.000 euro
  • Le rate del mutuo devono essere state pagate regolarmente  

Come ha affermato Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia: “La rinegoziazione assicura, in funzione delle esigenze del cliente, per un periodo pari alla durata residua del finanziamento o, con l’accordo del cliente, per un periodo inferiore, l’applicazione di un tasso annuo nominale fisso non superiore al tasso che si ottiene in base al minore tra l’IRS in euro a 10 anni e l’IRS in euro di durata pari alla durata residua del mutuo ovvero, se non disponibile, la quotazione dell’IRS per la durata precedente, riportato alla data di rinegoziazione alla pagina ISDAFIX 2 del circuito Reuters, maggiorato di uno spread pari a quello indicato, ai fini della determinazione del tasso, nel contratto di mutuo.

Oltre alla rinegoziazione dei tassi di interesse, la norma introduce la possibilità di modificare anche la durata del mutuo: il piano di ammortamento può essere allungato fino ad un massimo di 5 anni, a patto che il periodo non superi i 30 anni totali.

Per tutti coloro che per reddito o per importo non dovessero rispettare i requisiti della normativa, la strada maestra per riuscire a passare dal tasso variabile al fisso rimane la surroga del mutuo.

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