Caccia alle banche che tornano a prestare

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Corriere Della Sera

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Negli ultimi tempi tra gli addetti delle banche circolava una freddura che da sola dice tutto. «Ieri un giovane è arrivato allo sportello — dice un bancario al collega di un altro istituto —. Pensavamo che fosse venuto per chiederci un mutuo. Per fortuna era qui per una rapina». Bene, secondo gli addetti ai lavori qualcosa sta cambiando, seppur molto timidamente. Ci sono istituti che tornano a prestare. E il segnale di disponibilità è facile  da riconoscere: il tasso d’interesse si abbassa, rendendo le rate più accessibili.

Come si vede nella simulazione presentata nel grafico qui a destra, consultando i motori di ricerca che mettono a confronto i vari prestiti, la rata di un mutuo da 140 mila euro può variare dagli 810 euro al mese del tasso variabile più a buon mercato su piazza ai 1.190 del tasso fisso meno conveniente. Oltre 300 euro di oscillazione che fanno la differenza nei bilanci di una famiglia. È quindi il momento di valutare con attenzione. Senza aver paura di «tradire» la banca di famiglia.

«La cosa più importante è capire se l’istituto con cui si sta parlando ha voglia di prestare o ha ancora il freno amano tirato—consiglia Stefano Rossini, ad di MutuiSupermarket.it —. Cariparma per prima a marzo ha abbassato lo spread dopo dieci mesi di rialzi. Anche Webank e Intesa hanno una politica di fiducia nelle famiglie, come testimoniano campagne pubblicitarie e pricing scontato. Certo, per una ripresa generalizzata del mercato dei mutui se tutto va bene bisognerà aspettare l’anno prossimo».

«La corsa all’aumento dello spread si sta invertendo — conferma anche Roberto Anedda, vicepresidente di Mutuionline —. Certo, il rapporto rata-reddito resta comunque più stringente. Se prima le banche davano prestiti che comportavano rate in grado di incidere fino al 40% delle entrate mensili, oggi questa percentuale resta molto più bassa. Intorno al 25-30 per cento. Molto difficile è anche ottenere un prestito che superi l’80% del valore dell’immobile».

Gli analisti del settore concordano nel valutare che questo sia il momento del tasso variabile, decisamente più conveniente del fisso. Un problema resta comunque senza soluzione. Nonostante gli spread che scendono, senza le garanzie dei genitori, per i giovani ottenere un mutuo resta difficilissimo.

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