Le due strade alternative per abbassare la rata limando il debito residuo

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Le due strade alternative per abbassare la rata limando il debito residuo
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Il Sole 24 Ore

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Le obbligazioni offrono rendi­ menti sempre più alti. Si sta muo­vendo qualcosa anche sul fronte dei conti deposito con nuove pro­mozioni sulle giacenze vincolate. Si tratta di alternative per chi sta rimborsando un mutuo a tasso va­riabile e allo stesso tempo e riusci­to a mettere da parte un po' di li­quidità. Per intervenire sul mutuo, pero, lavia maestra resta quella di diminuire il debito residua con un'estinzione parziale.

Tanto più perché questa operazione e gra­tuita e senza penali dal 2007.

E bene sapere però che le banche non gestiscono l'operazione nello stesso modo. Scandagliando nei meandri del funzionamento di un piano di ammortamento (dove le rate vengono spacchettate tra quo­ta interessi e quota capitale) abbia­mo scoperto che ci sono due modi per aggiornarlo dopo una riduzio­ne incorsa del debito residuo.

«I sistemi informativi delle banche ita­liane sono tarati su due differenti calcoli -spiega Guido Bertolino, re­sponsabile dell'ufficio studi di Mu­tuiSupermarket.it-.

C'é un gruppo, fra cui Bnl, Credem e Ing, in cui, in caso di estinzione anticipata, viene di default ridottala durata del mu­tuo. Questa accade perché la for­ mula prevede chela quota capitale pattuita il giorno deIla stipula resti immutata fino a scadenza. Di con­seguenza, in caso di riduzione del debito residua, essendo la quota capitale "congelata'', la formula agisce sulla durata. Ne! secondo gruppo, di cui fanno parte anche Intesa Sanpaolo, UniCredit, Bper e Credit Agricole, la quota capitale e flessibile e viene modificata in caso di abbattimento del debito, mentre la durata resta la stessa».

Questa doppio approccio al "ricalcolo del piano di ammortamento" ha un impatto significativo sulla rata sia nel calcolo mensile che deriva dalle fluttuazioni degli indici Euribor, sia in quello derivante da un'operazio­ne di riduzione del debito residua. I numeri nella tabella a destra documentano la differenza dei due approcci. Ipotizzando di aver sottoscritto tre anni fa un mutuo di 200mila euro con una durata di 30 anni, oggi la rata sarebbe moIto diversa a seconda se si rientri nel primo gruppo di banche (quello in cui la quota capitale e rigida) 0 nel secondo (dove sono flessibili quo­ta interessi quanta e quota capita­le). Entrambi i mutui partivano con una rata di 594 euro.

Nel pri­mo caso però la rata sarebbe più che raddoppiata (1.280euro) dopa i rialzi monstre della BCE. Nel secondo caso la rata sarebbe sia salita, ma meno (I.032 euro). L'altro lato deIla medaglia di avere una quota capitale rigida nel piano di am­mortamento e pero che si riducono­ no gli interessi da pagare. Nel pri­mo caso il conto degli interessi da saldare dopo tre anni ammonte­rebbe a i3ornila euro, nel secondo ne resterebbero quasi i 58mila. Differenze sensibili anche in ca­so di riduzione anticipata del debi­to.

Nel primo gruppo di banche, come detto, la formula riduce automaticamente la durata residua. Ipotizzando un abbattimento di 10 mila euro del debito il mutuo A" vedrebbe accorciata la durata da settembre 2051 a maggio 2050, con una riduzione della durata di oltre mesi e un gran risparmio sugli interessi finali (117mila euro nel primo caso e 149mila nel secondo). Alla stesso tempo, e qui lo svan­taggio, la nuova rata per il "mutuo A" sarebbe abbattuta del 3% (da L28o a L241) mentre nel "mutuo B" del 53(da i.033 a 980).

Quali conclusioni? Tra i due piani l'uno e da preferire all'altro?

«Entrambi hanno pro e contra da valutare in base alle esigenze -conclude Bertolino -

Nel primo caso la rata e molto più volatile e sensibile alle variazioni dei tassi.

Ciò vuol dire che quando gli Euri­bor aumentano la rata cresce molto di più ma in caso dica dei tassi la stessa scende più velocemente. Lo svantaggio di esporsi a un ­aumento più violento delle rate e compensato da un minor esborso finanziario a fine mutuo perché gli interessi si riducono molto di più con il primo calcolo, anche perché la durata si accorcia.

Il vantaggio della seconda formula e che, aven­do una rata meno volatile, tutela di più dalle fasi difficili, restituendo una rata meno pesante quando i tassi, come accaduto nell'ultimo anno, salgono rapidamente. Detto ciò, chi oggi abbatte il mutuo se appartiene al "gruppo Avrà un minor beneficio sulla rata ma uno più elevato sugli interessi futuri da pagare.

Alla stesso tempo, se la BCE dal prossimo anno inizierà a tagliare i tassi (il mercato sconta tre tagli, ndr), vedrà scendere la propria rata più rapidamente del "gruppo B"».

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