Bce, nuovo rialzo al 4,50% per i tassi. Ecco cosa cambia

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Bce, nuovo rialzo al 4,50% per i tassi. Ecco cosa cambia
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Bce, nuovo rialzo al 4,50% per i tassi. Ecco cosa cambia

  • Nuovo aumento di 0,25% ai tassi di interesse: è il decimo aumento in 14 mesi
  • Euribor 3 mesi in crescita: aumento previsto di 15-20 punti base, superando il 4%.
  • Tassi fissi sempre più convenienti (costano l’1% in meno dei mutui a tasso variabile)

 

Il 14 settembre 2023 la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato un aumento del tasso di interesse principale dello 0,25%, portandolo al 4,50%. Questo rappresenta il decimo incremento in soli 14 mesi e potrebbe indicare un passo significativo nell'ambito della politica monetaria restrittiva adottata dalla BCE a partire da luglio 2022.

Secondo il comunicato ufficiale della BCE, l'obiettivo di questo aumento è contribuire in modo sostanziale al raggiungimento dell'obiettivo di inflazione dell'Unione Europea, fissato al 2% entro la fine del 2025. Questa mossa avrà implicazioni dirette sui tassi Euribor, che influenzano i mutui a tasso variabile, e sui tassi IRS, che sono legati ai mutui a tasso fisso.

Si prevede che il tasso Euribor a 3 mesi aumenterà di 15-20 punti base nei prossimi mesi, passando dall'attuale 3,85% a oltre il 4%. Inoltre, la riduzione dei tassi Euribor, inizialmente prevista per l'inizio del 2024, potrebbe subire un ritardo rispetto alle previsioni attuali, che indicavano valori intorno al 3,4% entro la fine del 2024 e al 3,0% entro la fine del 2025.

Per quanto riguarda gli indici IRS, l'aspettativa è che i tassi a breve termine rimangano elevati per un periodo prolungato, il che potrebbe portare a ulteriori aumenti negli indici IRS, soprattutto sulle durate più brevi: 5, 10 e 15 anni.

Tutto ciò si tradurrà in un probabile aumento dei prezzi dei mutui a tasso fisso e variabile nei prossimi mesi. Attualmente, la differenza tra i migliori tassi di interesse per i mutui a tasso variabile e quelli per i mutui a tasso fisso supera l'1% a favore dei mutui a tasso fisso, rendendoli più convenienti. Questa differenza potrebbe non ridursi come inizialmente previsto, mantenendo elevata la domanda di mutui a tasso fisso, che rappresenta già oltre il 95% delle preferenze tra privati e famiglie.

 

 

 

Sebbene questi segnali indichino una possibile fine della corsa del tasso variabile, è probabile che occorreranno ancora alcuni mesi per osservare una correzione al ribasso degli indici variabili Euribor.

Tuttavia, questa correzione, prevista nella prima metà del 2024, insieme a un possibile allentamento della politica monetaria della BCE nei prossimi mesi, potrebbe riportare il differenziale tra i mutui a tasso fisso e quelli a tasso variabile a valori più standard, tra i 40 e i 100 punti base a favore dei mutui a tasso variabile.

In conclusione, la politica monetaria restrittiva della BCE ha portato a una situazione insolita in cui i mutui a tasso fisso risultano più convenienti dei mutui a tasso variabile.

 Tuttavia, è probabile che nei prossimi 12-24 mesi si verifichi una stabilizzazione dei tassi di mercato, con un ritorno a offerte di mutuo a tasso variabile più vantaggiose rispetto a quelle a tasso fisso, a condizione che si verifichi l'atteso cambiamento nella politica monetaria della BCE.

Per chi ha già un mutuo a tasso variabile, date le previsioni di mercato, il modo migliore per difendersi dall’aumento dei tassi rimane la trasformazione del proprio mutuo a tasso fisso surrogando e cambiando banca. Approfitta delle offerte del momento e metti in sicurezza la rata del mutuo!

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