Case, compravendite in aumento: più acquisti fuori città
Il mercato immobiliare residenziale archivia un altro trimestre di crescita nel 2025.
Dopo il balzo dell’11% registrato nei primi mesi dell’anno, tra luglio e settembre le compravendite di abitazioni sono aumentate dell’8,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, secondo i dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.
Nel trimestre estivo sono state vendute quasi 175 mila case, superando le 172 mila del picco registrato tra gennaio e marzo. L’andamento è stato particolarmente vivace a luglio (+9,6%) e a settembre (+10,1%), mentre agosto è rimasto sostanzialmente stabile.
La novità più rilevante riguarda però la geografia degli acquisti: la crescita è più marcata fuori dalle grandi città. Nei capoluoghi di provincia le transazioni sono aumentate del 7,3%, mentre negli altri comuni la crescita ha raggiunto il 9%, segno di una domanda che si sposta sempre di più verso l’hinterland, anche a causa degli elevati prezzi al metro quadrato nelle principali aree urbane.
Tra i grandi centri spicca ancora l’aumento di transazioni immobiliari a Milano (+11,8%) insieme a Palermo (+8,5%), mentre la maggior parte delle città maggiori si attesta intorno al +6%. In controtendenza Bologna (-1,9%) e Firenze (-4,9%).
In valori assoluti, Roma guida il mercato con 8.327 transazioni, seguita da Milano (5.662) e Torino (3.677).
Nel terzo trimestre cresce anche, seppur leggermente, la quota di compravendite finanziate tramite mutuo, che raggiunge quasi il 47%, mentre gli acquisti di prime case rappresentano il 73,2% del totale. Roma si conferma la città con la maggiore incidenza di mutui ipotecari: quasi il 61% delle transazioni è finanziato da un prestito bancario. Percentuali elevate anche a Bologna (57,3%), Milano (54,4%) e Firenze (54,55%), mentre Torino, Napoli, Genova e Palermo si collocano intorno al 46%.
Sul mercato creditizio, la domanda continua a concentrarsi in modo quasi totale sul tasso fisso (circa il 90% delle richieste), nonostante la crescita dell’IRS a 20 anni, l’indice di riferimento per i mutui fissi. Il divario tra fisso e variabile è ormai vicino al punto percentuale, ma secondo l’Osservatorio di MutuiSupermarket.it i richiedenti continuano a preferire la stabilità del fisso, spinti da un approccio prudenziale in un contesto di incertezza monetaria.
Nonostante la netta prevalenza del tasso fisso, le simulazioni mostrano che — nelle condizioni attuali — il variabile può garantire un risparmio significativo. Le attese dei mercati indicano infatti un Euribor abbastanza stabile almeno fino alla primavera del 2027, con eventuali rialzi molto graduali.
Per un mutuo da 140 mila euro a 25 anni destinato all’acquisto di un immobile green da 220 mila euro da parte di un under 36, il tasso variabile porterebbe a un risparmio nei prossimi cinque anni di 2.235 euro, tra minori interessi pagati e maggior capitale rimborsato.
Nel caso di acquisti di immobili non green, il miglior tasso fisso oggi si attesta al 3,% (valore danneggiato dal PDF, non correggibile), contro il 2,19% iniziale del miglior variabile. In questo scenario, il vantaggio del variabile porterebbe fino a maggio 2031 a un risparmio complessivo di 4.626 euro.
(riproduzione riservata)
