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26 maggio 2025
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Il green guadagna terreno anche sul costo del finanziamento

I mutui si tingono sempre più di green. Le banche fanno sconti sempre più sensibili sul tema, e gli immobili ad elevata efficienza energetica acquisiscono valori maggiori rispetto agli altri. I criteri per inquadrare questo mondo stanno quindi cambiando. Proviamo a vedere cosa sta accadendo.

Parlando di mutui, è normale partire dai tassi. Secondo l’Osservatorio di MutuiSupermarket, per chi intende acquistare un immobile green, i migliori mutui a tasso fisso (se si guarda il TAEG, in entrambi i casi si tratta di Crédit Agricole) costano intorno a 55 punti base in meno rispetto ai corrispondenti tassi fissi per immobili non green.

Secondo l’Osservatorio, il differenziale di risparmio è in media di circa 40 punti base. Per i tassi variabili, la distanza è meno significativa: si parla di circa 20 punti base, considerando le migliori offerte delle due categorie – green e non green – illustrate a lato.

Solo a febbraio di quest’anno (si veda Plus24 del 22 febbraio scorso, sui mutui più convenienti rilevati allora, sempre da MutuiSupermarket.it), la differenza arrivava a 37 punti base.

Sicuramente c’è una grande attenzione a differenziare i prodotti green in modo più adeguato anche alla situazione climatica dell’Italia, con un focus crescente sul tema delle fasce climatiche.

Diversi istituti stanno studiando la possibilità di differenziare l’offerta green in base a questo criterio.

In pratica, vengono ritenuti “green” quegli immobili il cui fabbisogno di energia primaria (PED, indice espresso in kWh/m² anno) li colloca tra gli edifici più efficienti nel proprio contesto urbano di riferimento.

Occorre quindi fare riferimento alla fascia climatica relativa al Comune in cui è ubicato l’immobile – informazione che si trova all’interno dell’APE (Attestato di Prestazione Energetica).

Ad aprire i giochi in questo settore è stata Intesa Sanpaolo, che già dal novembre 2024 opera una differenziazione nell’erogazione dei mutui tenendo conto dei diversi criteri previsti dalla tassonomia europea.

Secondo quanto segnalato da MutuiSupermarket.it, anche Banco BPM e Credem starebbero valutando la possibilità di differenziare in base alle fasce climatiche. E la strada potrebbe essere seguita da altri istituti, poiché è prevista dalle norme UE.

Inoltre, alcune banche prevedono uno sconto sullo spread se il cliente, durante la vita del mutuo, migliora la classe energetica dell’immobile. È il caso, ad esempio, di Banco BPM (la prima a introdurlo) e Crédit Agricole.

Come segnala Johnny Marzialetti, senior project manager di Nomisma:

«In Italia il patrimonio immobiliare è estremamente eterogeneo, innanzitutto perché esistono sei zone climatiche, dalla A – che comprende le regioni più calde – alla F, che abbraccia le aree più fredde.
Questo pesa perché, ovviamente, più ci si sposta verso zone con clima rigido, dove i consumi sono giocoforza più alti, maggiore è l’incremento di valore di un’abitazione ristrutturata secondo i crismi dell’efficienza energetica.
Di conseguenza, l’incremento di valore varia da pochi punti percentuali nelle zone più calde fino a raggiungere anche il 30% nelle zone più fredde, per un’abitazione molto performante rispetto a una in classe energetica inferiore».

Del resto, come segnala una recente rilevazione di CRIF, i prezzi delle abitazioni appartenenti alle classi energetiche più performanti (A e B) mostrano un valore medio superiore rispetto a tutte le altre classi, con uno scostamento medio di circa 500 €/mq.

Le regole UE: fasce energetiche e tassonomia ESG

In base alla tassonomia europea ESG, rientrano nella classificazione di immobile green – al di là della classe energetica – anche quelli il cui fabbisogno di energia primaria (PED), espresso in kWh/m² anno, li colloca tra gli edifici più efficienti nel proprio contesto urbano di riferimento.

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