Il Business va oltre lo sportello

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Fare dinecessitàvirtùèdiventatoil mantra in ambitobancario. Il settorestacercandodiampliaresensibilmente i confinidi business, sapendodipotercontaresu un potenzialeestesodiclientela e nellaconsapevolezzacheoccorretrovare alternative alladebolezzacheda tempo caratterizza le attivitàprincipali.

L’immobilesicompraallosportello. Il mattoneèl’areadimaggioreinteresse, e al tempo stessodicriticità, dellebancheitaliane. Perchè la crisi ha messo in ginocchiomolteaziende e famigliecheavevanoacquistatoimmobili e non cel’hannofatta a pagare le rate del mutuo. Con la conseguenzachehannodovutolasciare la proprietàall’istitutodicredito, cheorapesa come un macignosulbilanciodellostesso, datocheassorbecapitale e rappresenta un asset didifficileliquidabilità (considerata la crisichestainvestendoilsettore). A tracciare la linea in questocampoèstatal’iniziativaIntesaSanpaolo Casa, unanewcointerna del primogruppoitaliano del credito, dedicataallamediazione e intermediazioneimmobiliare. Cosìèstataavviata la formazionedipersonaleaddettoallacompravenditaall’internodeglistessisportellibancari. UnamossaseguitadaUnicredit, che ha attivatounapiattaformaimmobiliaredenominata Arianna per vendere le unitàimmobiliaridiproprietàdisocietà del gruppo. E iniziativesimilisono state lanciatedaaltrerealtànelterritorio, anchedidimensionilimitate.

Oltre a smaltire gli immobili in pancia, questa attività consente agli istituti di credito di trovare un’alternativa alla debolezza del business tradizionale, puntando sulla forza di un network di clientela diffuso su tutto il territorio. Inoltre, la presenza di prodotti come i mutui, i finanziamenti e le polizze allo sportello consente di fare cross-selling, aumentando così i margini a fronte di operazioni tra loro attigue. Inoltre, l’avvio di un nuovo filone di business consente di ricollocare almeno una parte degli esuberi emersi in seguito alla lunga stagione della crisi e alla progressiva diffusione dell’internet banking. Proprio questo aspetto apre tuttavia le porte a una potenziale criticità. A più riprese negli ultimi mesi gli operatori dell’immobiliare hanno sollevato dubbi in merito alla professionalità dei mediatori allo sportello. Certo, pesa il timore dovuto alla concorrenza dei nuovi entranti nel mercato, ma qualche riserva è incontestabile.

L’ultima presa di posizione portata la firma della Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali e di Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari), che hanno presentato un documento per denunciare il rischio di oligopolio per gli istituti di credito che hanno fatto ingresso nell’immobiliare per condizionare il mercato. <<Riteniamo necessario evitare l’insorgere di nuovi conflitti di interessi e concentrazioni da parte delle banche nell’immobliliare>>, spiegando in una nota congiunta le due realtà associative. Ricordando che in Parlamento esistono diverse proposte di legge indirizzate a fare chiarezza in merito. <<Entrambe le organizzazioni ritengono che l’approvazione del disegno di legge fornisca oggi un’importante occasione per tutelare il consumatore e disciplinare questo nuovo settore di attività, dove gli istituti di credito stanno operando da alcuni mesi effettuando un’attività di concorrenza sleale e di scarsa tutela nei confronti della stessa clientela per l’attività di mediazione immobiliare>>, si spiega nella nota. Secondo le due organizzazioni l’attività svolta da alcuni istituti di credito lede la libera concorrenza nel settore e rischia di danneggiare in primis i consumatori.

Gli altri business. Ma non è solo l’immobiliare a costituire una nuova frontiera del business allo sportello. Unicredit ha deciso di lanciare già da due anni la vendita di prodotti tecnologici come smartphone e televisori, nonché frigoriferi, lavabiancheria e attrezzi ginnici. Spesso abbinando a promozioni sui prezzi la possibilità di sottoscrivere un contratto di finanziamento. Difficile che queste iniziative possano avere un impatto importante sul conto economico, tale almeno da compensare in buona parte le rettifiche dovute ai crediti deteriorati. Di sicuro, oltre che a un ricollocamento del personale in esubero, possono contribuire a trasmettere un’immagine dello sportello meno ingessata di quella tradizionale e più invitante per i consumatori, che una volta varcata la soglia della filiale possono poi diventare destinatari di una pluralità di offerte. Questo vale in particolare per i Millennials, la generazione di chi è nato dagli anni Ottanta in avanti, che in molti casi è abituato a svolgere buona parte delle proprie incombenze (comprese attività creditizie e di finanziamento) da remoto, senza entrare in filiale. E che invece, con l’allargamento dell’offerta, potrebbe trovarsi a cambiare opinione.

Prosegue il boom dei mutui. L’effetto surroga continua ad avere un’incidenza importante, ma da solo non è sufficiente a spiegare il boom prolungato dei mutui. Secondo la Bussola dei Mutui realizzata da Crif e MutuiSupermarket, negli ultimi mesi del 2015 vi è stata un’ulteriore limatura degli spread, con il tasso variabile e fisso dei migliori mutui che si sono attestati rispettivamente all’1,6% (due decimali in meno dei primi tre mesi dello scorso anno) e all’1,0% (dall’1,9%). Merito del Quantitative Easing avviato dalla Bce, che ha immesso nuova liquidità nel sistema. Questa dinamica ha contribuito in modo decisivo a sostenere la rinnovata attenzione di privati e famiglie sul progetto acquisto casa. Parallelamente, si è ridotto il bacino di potenziali mutuatari interessati a surrogare.

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