Ammortamenti "alla francese"

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Mutui, un piano di ammortamento non vale l'altro. La stragrande maggioranza (il 99%) dei piani di rimborso applicati dalle banche che operano in Italia sono "alla francese". Come funzionano? La rata è costante. A dettar legge è la quota interessi che varia in base al tasso di periodo conteggiato sul debito. Dato che nella parte iniziale del mutuo il debito residuo è alto la quota interessi è cospicua e, pertanto, nettamente superiore alla quota capitale.

L'effetto finale è che all'inizio si pagano soprattutto interessi; a mano a mano che il capitale viene restituito, gli interessi diminuiscono (perché diminuisce il debito residuo) e la quota capitale aumenta.

La modalità di calcolo degli interessi ha una conseguenza importante: eventuali rialzi dei tassi, se avvengono nelle rate finali del rimborso, hanno sulle tasche del mutuatario un impatto poco rilevante, perché ormai il debito residuo è ridotto.

Detto ciò, va precisato che non esiste un unico modello di piano di ammortamento alla francese. Ma ve ne sono due, con effetti importanti, per un mutuo a tasso variabile, sul pagamento degli interessi e sulla volatilità della rata.

«Il piano classico e quello modificato – spiega Stefano Rossini, ad di FairOne, società a cui fa capo il portale MutuiSupermarket.it –. Nel primo modello ogni mese al variare del tasso viene ricalcolato il piano di ammortamento. Nel secondo le quote capitale sono determinate per tutta la durata sul tasso iniziale; sono pertanto congelate e sulle stesse si sommano le quote interessi calcolate con il tasso di periodo».

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