Il Plafond Casa non decolla

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Il Sole 24 Ore

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Sopravvalutato dai potenziali clienti, non sempre conveniente e non certo in prima fila tra i prodotti che le banche mettono in mostra allo "sportello mutui". Il risultato è che il mutuo Plafond Casa targato Cdp-Abi non prende il volo.

Doveva essere pronto a fine 2013. Poi le prime erogazioni sono slittate a marzo. Ma dopo sei mesi, su una provvista totale di due miliardi messa a disposizione dalla Cassa, sono stati erogati agli istituti di credito 132 milioni, frammentati fra le oltre 60 banche aderenti, alcune delle quali nazionali (tra cui Bnl, Unicredit, Mps, diverse banche del gruppo Intesa Sanpaolo) e molte territoriali e del credito cooperativo. Certo ha influito la pausa delle ferie estive, eppure gli ultimi dati disponibili dimostrano che la "fame" di mutui è consistente, con aumento di richieste (+14,7% ad agosto secondo Crif) e di erogazioni (+29% da gennaio a luglio, dati Abi).

Così mentre il mercato si riprende, sui forum dei siti di risparmio e delle associazioni dei consumatori, si moltiplicano le critiche che parlano di "flop" se non di vera "fregatura", con i potenziali clienti che in molti casi si sono trovati la porta chiusa. Che succede? I problemi più gravi di questo strumento sono tre e il primo equivoco riguarda il punto di vista dei consumatori. Questo mutuo è rivolto a particolari categorie, ma non si tratta di un'agevolazione tout-court. In altre parole, tanti giovani under35 lo consideravano accessibile con il semplice requisito anagrafico, mentre si tratta di un prodotto di mercato, in cui il richiedente viene sottoposto a normale istruttoria. E se non risulta solvibile,con le solite garanzie date da reddito, busta paga o presenza di un garante, niente da fare.

Molti, inoltre, speravano che il Plafond Casa servisse per concedere finanziamenti fino al 100% del valore dell'immobile, ma anche questo aspetto rientra nella scelta delle banche (al massimo si arriva all'80). Altro punto dolente è il costo. Con i tassi in discesa, si sono abbassati anche Tan e Taeg per i clienti. Quindi sul mercato ci sono tante offerte più convenienti. «Oggi per un mutuo da 120mila euro da 25 anni di durata, e un loan to value sotto il 50% si possono spuntare Taeg intorno al 2,30 per cento. Se alla banca si chiede di coprire una fetta maggiore del prezzo della casa il costo sale, ma comunque si trovano tranquillamente prodotti a un Taeg del 2,6%», dice Stefano Rossini, amministratore di Mutuisupermarket. E basta leggere i fogli informativi di alcuni dei Plafond Casa esistenti per accorgersi che il tasso è superiore. Quello targato Mps (che tra l'altro consente soltanto rate semestrali) propone un Taeg compreso fra il 3,06% e il 3,42% per il variabile, su un'ipotesi di erogazione da 100mila euro, e fra il 4,04% e il 5,1% a tasso fisso. Quello di Bnl, per lo stesso importo, indica una media del 3,84% per il variabile e quello di Unicredit è al 3,76 per cento. E tutti conservano i costi di istruttoria standard.

Ma non dovevano essere scontati? Sì. Però la Convenzione Cdp-Abi non impone alle banche quale sconto praticare e non prescrive che il Plafond Casa sia il prodotto in assoluto meno oneroso. Dice soltanto che il Tan deve essere più vantaggioso rispetto ai finanziamenti «aventi analoga natura, finalità, durata e tipologia di tasso (fisso o variabile)». La maggior parte delle banche ha preso il proprio "Mutuo Giovani" (le diciture sono varie) e scontato il tasso di 30 punti base. Ma niente vieta loro di avere in casa un prodotto meno costoso, rivolto alla clientela generica, ma che naturalmente si può proporre agli under35. Terzo aspetto, un iter lungo e macchinoso. Cdp si è sforzata di mettere a disposizione degli istituti un canale interamente online per gestire le pratiche. Ma visto il doppio passaggio che i documenti devono fare tra Cassa e banca,si impiegano minimo tre mesi per arrivare alla conclusione. E con possibili intoppi. Infatti la Convenzione dice che, sebbene l'analisi istruttoria sulla solvibilità del richiedente ha dato esito positivo, l'erogazione non è garantita se in quel momento la banca non ha i requisiti per ottenere la provvista. E ci sono anche da registrare, con atto notarile, due diversi contratti: uno è il finanziamento a favore del beneficiario, l'altro riguarda la cessione dei crediti in garanzia che l'istituto è tenuto a operare verso Cdp.

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