Mutuo o affitto: quale conviene nel 2019

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Mutuo o affitto: quale conviene nel 2019

E’ un vasto “interregno” quello degli italiani che devono scegliere fra l’affitto o l’opportunità di accendere un mutuo per diventare proprietari di una abitazione. 

Poniamo il caso che vostro figlio stia per staccarsi dalla famiglia. Vorrebbe convivere o sposarsi e sta cercando casa, ma non sa se affrontare un investimento per acquistarla restando a lungo in un luogo fisso oppure affittarla per avere la possibilità di spostarsi altrove in qualsiasi momento. 

Oltretutto, si chiede se questo sia una momento favorevole per prendere un immobile di proprietà o se sia meglio aspettare e, nel frattempo, scegliere una locazione.

Si pone dunque la fatidica domanda: fra mutuo e affitto, cosa conviene scegliere nel 2019? E’ una questione che a dirla tutta si ripete ogni anno quando un lavoratore single o una giovane coppia sceglie di vivere da sola o con la compagna e futura moglie. E’ un dilemma comune, che implica una decisione importante e impegnativa da vari punti di vista.

Una risposta universale non esiste. La prima che viene in mente è molto semplice: i soldi versati in una locazione vanno persi, quelli per un mutuo invece confluiscono in un bene di proprietà. Occorre però valutare diversi elementi. 

Va fatta una premessa: a volte l’accessibilità al credito bancario rende l’affitto una scelta obbligata; vediamo di capire i pro e contro delle due soluzioni. Il dubbio subentra quando entrambe le strade sono percorribili. 

Invece è palese che se il reddito non è adeguato a fornire una garanzia alla banca per l’acquisto oppure se non si è sicuri di voler continuare a vivere e lavorare a lungo nella stessa città, l’affitto risulta l’opzione più ragionevole, quella che offre una libertà più ampia e una praticabilità maggiore.

L’affitto è la soluzione più vantaggiosa, anche per chi fa un lavoro che costringe a spostarsi di frequente per trasferte in Italia e all'estero o che implichi la possibilità di essere trasferiti temporaneamente in altre sedi aziendali sparse sul territorio. 

La situazione professionale è una base importante di questa scelta. Se si dispone di un lavoro fisso o si ha l’intenzione di restare nel luogo in cui si vive, accendere un mutuo è sicuramente un’idea importante, per avere un bene di proprietà anche da lasciare in eredità. 

Se invece si ha un lavoro sporadico, stipulare un mutuo diventa difficile sotto l’aspetto economico e in termini di sicurezza, perché non si possiede la stabilità necessaria che è il fondamento di questa decisione. In questo caso, è meglio l’affitto, in attesa che il futuro sorrida. 

Se parliamo di convenienza, gli elementi da soppesare sulla bilancia sono diversi. Chi sceglie una casa in affitto elimina il problema di disporre di una somma iniziale consistente, può cercare una soluzione compatibile con le entrate e avere la propria indipendenza tagliando diverse spese che spettano al proprietario, dal punto di vista della tassazione o della manutenzione straordinaria dell’immobile.

Esaminiamo l’altro versante, quello dell’accensione di un mutuo. Dall'analisi sull'andamento del mercato immobiliare, nell'ultimo rapporto Nomisma si prevede la crescita del numero di compravendite, un leggero aumento dell’importo complessivo dei mutui erogati e la stabilità dei prezzi per il 2019 e il 2020. La tendenza sembra restare immutata e anche quest’anno continuerà la lenta ripresa. 

Per il 2019 la stima sulle compravendite è quella di raggiungere quota 586.412, contro le 566.057 del 2018. Numeri che nel 2020 dovrebbero crescere ancora a 594.694 unità. L'incremento delle compravendite è legato anche alla crescita della massa complessiva dei mutui erogati. Un aumento prevedibile il cui andamento passerà dagli attuali 48,454 miliardi di euro ai 49,523 del 2019 per poi calare lievemente a 49.450 del 2020.

In uno scenario di per sé positivo, ci sono alcuni fattori potenzialmente negativi. Le tensioni finanziarie sembrano essersi allontanate, ma sono ancora presenti. Se il mercato dipende dal credito, infatti, le condizioni di approvvigionamento finanziario delle banche restano influenti, condizionando le erogazioni dei mutui. 

Altra incognita potrebbe essere il possibile rallentamento economico del Paese che, nel caso si verificasse, non potrebbe non influire per quanto riguarda i bilanci familiari, penalizzando la propensione all'acquisto e all'investimento.

In merito ai mutui 2019, invece, i tassi di interesse ancora invariati. Lo ha deciso il presidente della Bce Mario Draghi comunicandolo nell'ultima conferenza stampa: fino all'estate 2019 la situazione, ha ribadito, dovrebbe restare stabile. I tassi di interesse Bce resteranno fermi a zero almeno fino all'estate 2019. 

In più, pur essendo ormai concluso il Quantitative Easing, ovvero l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce per sostenere le economie nazionali, il presidente Draghi ha comunicato che in ogni caso i proventi dati dagli acquisti di titoli verranno reinvestiti nei mesi futuri. La situazione di stabilità dei tassi di interesse Bce suggerisce una certa calma futura, almeno per i prossimi sei mesi, anche sul fronte mutui.

Almeno per il momento, si può contare su tassi mutui convenienti abbinati ad un prezzo dell’immobiliare a livelli vantaggiosi per chi acquista. Sulla convenienza dei tassi in un futuro prossimo non ci sono troppe aspettative e un lieve rialzo negli ultimi mesi si è già fatto sentire, ma affrettandosi e confrontando le migliori offerte è ancora possibile fare buoni affari. 

Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, legati all’Euribor a tre mesi, si può notare un lieve aumento verificatosi nel tasso di riferimento passato dal minimo storico di -0,33 registrato fino a maggio 2018, al -0,31 dello scorso dicembre, da cui ancora non ci si è mossi. 

Al contrario dell’Euribor, l’Eurirs nel 2019 potrebbe subire più velocemente un rialzo per le aspettative di crescita dell’inflazione nell’Eurozona.

Altra questione rilevante: ammesso che ci siano da parte dei risparmi ed un lavoro solido, anche nel 2019 ci sono le agevolazioni per chi acquista una prima casa con un mutuo.

Infatti si può verificare se si hanno i requisiti per accedere al Fondo di Garanzia Prima Casa, che è da anni un interessante incentivo per i più giovani e la famiglie mono-genitoriali. Per quanto riguarda le detrazioni fiscali, al mutuo prima casa si applica, ancora per quest’anno, la detrazione al 19% sugli interessi passivi, per un tetto massimo di 4.000 euro. 

Per l’affitto c’è invece una detrazione sul canone in una misura che dipende dalla tipologia di contratto, generico o a cedolare secca, e dalla fascia di reddito.

Riassumendo: il momento è comunque favorevole per chi vuole comprare casa, grazie all'allineamento fortunato di alcuni fattori. Innanzitutto, i prezzi degli immobili sono scesi e solo negli ultimi mesi hanno cominciato a dare segnali di lieve risalita. 

I prezzi dei canoni di locazione invece sono in rialzo ovunque. Come è stato evidenziato, i tassi dei mutui permangono ai minimi storici. Infine, la remunerazione degli investimenti mobiliari è, in modo del tutto speculare ai finanziamenti, al minimo.

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