Case, la corsa dei mutui ha già divorato il 27% del potere d'acquisto

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Case, la corsa dei mutui ha già divorato il 27% del potere d'acquisto
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Case, la corsa dei mutui ha già divorato il 27% del potere d'acquisto

  • Cala il potere d’acquisto delle famiglie italiane a causa dei continui aumenti del costo del denaro.
  • Il mercato immobiliare si prepara a una contrazione del 10% nel 2023 con conseguenze negative sui prezzi.
  • La BCE sta correndo ai ripari con decisioni volte al contenimento dell’inflazione

La conseguenza delle politiche monetarie volute dalla Banca Centrale Europea, avviatesi il 27 luglio dello scorso anno, ha avuto come effetto principale la drastica riduzione del potere d’acquisto degli italiani in materia di mutui. Con la decisione di ieri il tasso BCE è stato portato in meno di un anno dallo 0% al 3,50% e sono probabili ulteriori aumenti in futuro.


Il contrasto dell’inflazione da parte della BCE impatta direttamente sulla scelta da compiere al momento della richiesta di un mutuo. Chi opta per il tasso fisso evita il rischio di nuovi rialzi dei tassi di interesse; d’altra parte, chi sceglie il tasso variabile si aggancia a un Euribor ancora in salita per diversi mesi. Ad oggi il differenziale di costo tra mutui a tasso fisso e variabile e pressoché ai minimi, circa 20 punti base e di conseguenza oltre il 90% dei richiedenti opta per il tasso fisso sia per surrogare un vecchio mutuo che per accenderne uno nuovo.
 

L’aumento del costo del denaro ha già eroso la capacità di acquisto casa con un mutuo. Consideriamo un giovane mutuatario con reddito mensile di circa 1.750€: fino a gennaio 2022, con i mutui giovani agevolati consap, poteva permettersi l’acquisto di un immobile del valore di 196.000 €, contraendo un mutuo della durata di 30 anni che copriva il 100% del valore della casa e con una rata di 525 €. Con i tassi fissi che, per i mutui consap, si sono alzati dall’1,27% al 3,67%, lo stesso mutuatario potrà permettersi un immobile di 143.000 €. In pochi trimestri, il potere d’acquisto è calato del 27%. Questa discesa non è destinata a fermarsi in tempi brevi poiché sono previste ulteriori strette e gli stipendi medi degli italiani non aumentano.
 

Il calo del potere d’acquisto potrebbe comportare una contrazione di almeno il 10% del mercato immobiliare nel 2023, che influirà negativamente sui prezzi degli immobili. È probabile che a mutare sarà anche la domanda di immobili perché i richiedenti potrebbero optare per immobili di dimensioni più contenute o al di fuori dei grandi centri urbani o rimandare l’acquisto di una casa in attesa di migliori condizioni economiche e di mercato.
 

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