Il bollettino di Crif e MutuiSupermarket: «Gli italiani sono spaventati».
LE POLITICHE commerciali allettanti non bastano a sostenere la domanda di mutui che a giugno, dopo un lungo periodo felice, torna in terreno negativo. La variazione del numero di richieste di nuovi mutui e surroghe passa infatti, nel secondo trimestre 2016, dal +9% di aprile al +3% di maggio sino al -5% di giugno, con un ritorno del segno negativo dopo 35 mesi consecutivi di performance positiva. La Brexit e le turbolenze dei mercati non centrano (ancora) nulla. La principale ragione è il venir meno della surroga, cioè la riduzione del bacino di potenziali mutuatari interessati a surrogare il mutuo. L'inversione di tendenza emerge dalla nuova edizione della Bussola Mutui, il bollettino trimestrale firmato da Crif e da MutuiSupermarket.it, che segnala altresì come gli spread applicati siano sempre più ridotti e competitivi e i prezzi degli immobili al metro quadro ancora in flessione.
DOPO ALCUNI trimestri in cui già molte famiglie hanno optato per il trasloco del proprio finanziamento, l'effetto surroga va via via affievolendosi e di questo fenomeno rimane quello che in gergo si definisce 'oda lunga'. Nello specifico, a livello di nuove erogazioni di mutuo attraverso il canale online, la finalità surroga diminuisce il suo peso sul totale delle erogazioni anche nel secondo trimestre 2016, passando dal 65% del totale erogati nel terzo trimestre 2015 al 56% del secondo trimestre 2016.
«Stiamo attraversando una fase piuttosto delicata per quanto riguarda il mercato dei mutui residenziali: la domanda di mutui con finalità surroga, importante motore della crescita nel 2015, sta progressivamente riducendo la sua spinta propulsiva e, parallelamente, la domanda di mutui con finalità acquisto casa stenta a decollare», commenta Stefano Rossini, amministratore e fondatore di MutuiSupermarket.it. Secondo il bollettino l'interesse degli italiani sul tema acquisto casa non è ritornato, fatto che spinge di nuovo verso il basso l'andamento dei prezzi degli immobili residenziali. Nel secondo trimestre la riduzione dei prezzi al metro quadro di questi immobili forniti in garanzia al mutuo &egraev; pari a -4,2% (dopo aver registrato un -2,4% sull'intero 2015). Sempre nel secondo trimestre il prezzo per gli immobili usati registra una contrazione consistente (-5,9%), mentre quello dei nuovi immobili subisce una riduzione minore, (-1,3%). «Nonostante un clima finanziario estremamente favorevole – con indici Irs e Euribor mai così bassi e migliori spread per mutui a tasso variabile e fisso di poco superiori all'1% – e un mercato immobiliare residenziale con prezzi quanto mai interessanti, privati e famiglie sembrano ancora restii a impegnarsi nel progetto casa», dice Rossini.
ALLA BASE di questa scelta c'è uno stato di forte incertezza circa le prospettive di reddito, alimentata da diversi fattori quali gli scenari economici in forte cambiamento nell'area euro e la relativa stabilità dei differenti sistemi finanziari. A onor del vero se la Brexit ha creato non poche turbolenze sui mercati finanziari, ha ancora poco o nulla a che fare con questi risultati e con gli effetti sull'economia reale. Effetti che inizieranno a vedersi solo in un secondo momento, cioè quando la negoziazione tra Gran Bretagna e Ue entrerà nel vivo.