Swap, tradotto in italiano "cambio", è il termine ereditato dalla borsa britannica e statunitense per indicare le operazioni finanziarie su titoli, cambi, merci o tassi d'interesse. In ambito finanziario, lo swap appartiene alla categoria dei cosiddetti strumenti derivati: consiste essenzialmente nello scambio di flussi di cassa tra due controparti e rappresenta uno dei più moderni ed utilizzati strumenti di finanziamento delle imprese.
Le differenti tipologie di operazioni di swap dipendono dai flussi finanziari scambiati; le più comuni:
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swap di interessi (o Interest Rate Swap, IRS): contratto tra due operatori per lo scambio periodico di flussi di cassa aventi la natura di "interesse", calcolati sulla base dei tassi di interesse predefiniti e differenti e di un capitale teorico di riferimento;
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swap di valute (o Currency Swap, CS): contratto fra due controparti che si scambiano nel tempo un flusso di pagamenti in due diverse valute;
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swap di commodities: contratto per lo scambio nel tempo di un flusso di pagamenti indicizzati al cambiamento di una commodity da un lato e a un tasso fisso dall'altro (un esempio comune sono gli swap sul prezzo del petrolio, noti come Oil Swaps);
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swap di protezione dal fallimento di un'azienda (o Credit Default Swap, CDS): contratto di assicurazione che prevede il pagamento di un premio periodico in cambio di un pagamento di protezione in caso di fallimento dell'azienda di riferimento.
Diverse possono essere anche le finalità di uno swap; tra le altre:
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hedging (o copertura): per ridurre (fino ad annullare) il rischio finanziario derivante da una potenziale perdita;
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trading: ottenere profitto dalla variazione di prezzo nel tempo, assumendo un rischio finanziario (i flussi si eseguono in un unico mercato);
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arbitraggio: ottenere profitto dalla differenza di prezzo fra due mercati in un dato tempo (si acquista in un mercato e si vende il derivato o il sottostante in un altro).