Mutui, tassi in salita dopo l’estate?

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Mutui, tassi in salita dopo l’estate?

I mercati osservano attentamente le mosse della Fed mentre è cominciato il dibattito sulla possibile risalita dei tassi di interessi: la domanda principale riguarda le tempistiche e lo scenario ipotizzabile nel breve periodo. Le previsioni degli analisti più attendibili sono orientate verso un ritocco al rialzo: sebbene tale decisione rappresenterebbe un passo quantomeno discutibile da parte della Federal Reserve, non è da escludere. L’aggravante, inoltre, è il tempo di esecuzione degli interventi al rialzo: gli esperti indicano il mese di settembre come ‘papabile’ per un incremento, ma di conferme vere e proprie ancora nessuna traccia.

Tuttavia, la Banca centrale americana ha deciso di mantenere i tassi di interesse al minimo storico, tra lo 0 e lo 0,25%: tale decisione, presa recentemente dal direttivo di politica monetaria della Federal Reserve, era ampiamente attesa dai mercati; la nota diffusa al termine della riunione del consiglio, inoltre, annuncia che la Fed muoverà i tassi di interesse al rialzo quando avrà verificato miglioramenti tangibili nel mercato del lavoro, unitamente ad un ragionevole quanto auspicabile aumento dell’inflazione con l’obiettivo ormai noto di tornare a un livello quanto più prossimo al 2%.

Allo stato attuale, l’economia a ‘stelle e strisce’ attraversa una fase di ‘moderata espansione’, sebbene si siano constatati incrementi notevoli nei livelli di occupazione. Di fatto, il momento in cui i tassi di interesse torneranno a crescere negli Stati Uniti, fermando il progressivo calo in atto dal lontano 2006, è ancora incerto. È presumibile sì un aumento già a partire da settembre, ma occorre sottolineare che l’intero comitato direttivo ha votato per mantenere i tassi al livello attuale: tale unanimità potrebbe lasciar presagire una propensione attendista, con la volontà di prendere tempo prima di intervenire su un tema tanto dibattuto quale il costo del denaro.

La domanda sorge spontanea: quali ripercussioni ci saranno in Europa? L’eventuale aumento potrebbe comportare un cosiddetto ‘effetto contagio’? La volontà europea di una politica monetaria espansiva, grazie al quantitative easing messo in atto dalla Banca Centrale Europea alcuni mesi fa con ‘data di scadenza’ prevista per settembre 2016, mira a comprimere la curva dei tassi e mantenerli quanto più possibile vicino allo zero. Al momento, quindi, il rischio sembra ‘scampato’: la Bce sembra fortemente intenzionata a ‘difendere’ il livello attuale dei tassi di interesse da contagi esterni, mantenendoli al minimo storico; ciò nonostante non è da escludere che, in caso di crescita dell’inflazione, l’ipotesi di aumento del costo del denaro possa essere riconsiderata anche nel Vecchio continente. E i contraccolpi per i tassi di interesse applicati ai mutui sarebbero una conseguenza inevitabile...

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