Manovra BCE oltre le attese: quale effetto sui mutui?

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Manovra BCE oltre le attese: quale effetto sui mutui?

Il tanto atteso annuncio è finalmente arrivato nel pomeriggio di giovedì scorso direttamente dal governatore della BCE Mario Draghi: dal prossimo marzo, la Banca Centrale Europea avvierà il programma di acquisto dei titoli di Stato per una cifra complessiva che si aggira intorno ai 1200 miliardi di Euro, a conti fatti circa 60 miliardi al mese – ipotizzando la conclusione per settembre 2016, peraltro non confermata – che dovrebbero allontanare il ‘vecchio continente’ dal preoccupante rischio deflazione che ha caratterizzato i dibattiti negli ultimi mesi. L’obiettivo principali dell’Eurotower, infatti, è quello di riportare il tasso di inflazione vicino al 2%, anche a costo di prolungare la durata prevista del programma di acquisto di bond.

Come accennato in precedenza, quindi, le attese sono state ampiamente superate: dopo mesi di annunci e di rinvii, il cosiddetto ‘quantitative easing’ si appresta a diventare realtà, anche se occorre precisare fin da subito quali saranno i rischi in carico alla Banca Centrale. In particolare, il Consiglio direttivo – che tra le altre cose lascia invariati i tassi di interesse, oramai ai minimi da molti mesi (tasso BCE confermato a 0,05%) – ha tenuto subito a precisare che l’80% del rischio legato ai titoli rimane in carico ai singoli paesi e alle singole bance centrali: una ripartizione del rischio, quindi, che vedrà coinvolta la BCE – sempre in condivisione con le banche nazionali – solamente per il 20% degli acquisti. Inoltre, gli acquisti – limitati al 25% dei titoli offerti sul mercato ad ogni emissione – non dovranno essere superiori al 33% del debito di ciascun paese. Da ciò si intuisce che, pur scendendo in campo in modo consistente per fiancheggiare gli stati membri e supportare il cammino di ripresa dell’Europa, la BCE non intende alleggerire la pressione sui singoli governi nazionali: Draghi, infatti, ha precisato che le riforme strutturali dovranno essere al centro della scena negli anni a venire, in modo da aumentare gli investimenti da parte delle imprese e centrare, dopo anni di sofferenza, gli obiettivi di crescita economica.

Le reazioni positive registrate immediatamente dopo l’annuncio sia sul fronte politico che sul fronte dei mercati, con le principali borse Europee che hanno chiuso la scorsa settimana con decisi rialzi dei listini, lasciano ben sperare per i mesi a venire ma la domanda che ci poniamo è la seguente: cosa cambierà per i mutui? Quali saranno gli effetti? Da un lato, le banche verranno alleggerite dal ‘macigno’ dei titoli pubblici – che hanno caratterizzato le politiche di investimento dei principali istituti negli ultimi tempi – e avranno maggiori possibilità di immettere liquidità a favore di famiglie ed imprese, concedendo credito per nuovi investimenti quali mutui per l’acquisto della casa. Quest’ultimo aspetto, legato sia all’aumento dei prezzi delle case – ampiamente prevedibile visto l’obiettivo pro-inflazione – che all’andamento positivo del numero di compravendite registrato negli ultimi mesi del 2014, dovrebbe risollevare il mercato immobiliare e spronare ulteriormente le banche a concedere mutui a tassi di interesse più competitivi e vantaggiosi tanto per i nuovi richiedenti quanto per coloro che hanno stipulato un contratto negli anni scorsi.

In conclusione, quindi, la manovra di ‘alleggerimento quantitativo’ dovrebbe portare a un contemporaneo alleggerimento degli interessi pagati dai mutuatari alle banche: in questo modo, si auspica che da un lato possa confermarsi l’andamento più che positivo registrato lo scorso anno dalle richieste di mutui di surroga e dall’altro, assai più significativo, possa finalmente tornare a crescere in modo consistente la richiesta e l’erogazioni di mutui per l’acquisto della casa.

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