Cosasuccedenelcompartomutui? Assistiamo ad unacrescita del tassofisso, cheèilpiùbassodisempre e torna in pole position. Attestato al 2,20%, i mutui a tassofissostannofacendoregistrare un record dirichieste. Questatipologiadimutuièrisultata la preferitaneiprimiottomesi del 2015: le richiestedimutui a tassofissosono state il 72,3% del totale. Il tassovariabile, invece, staregistrando un forte calorispettoalla fine del 2014. Il perchéèsemplice: iltassofissoèrassicurante e mette al riparodaeventualisorprese.
Fisso o variabile? La scommessa non è affatto facile. La certezza di non cambiare mai l’importo delle rate garantisce maggiore sicurezza per il futuro e gli italiani li preferiscono. Il tassofisso all'inizio costa dipiù, ma ha il vantaggio di avere sempre lo stesso tasso e la stessa rata per tutta la durata del mutuo. Il tassovariabile, invece, alle condizioni attuali costa meno, ma iltassodi interesse può variare nel tempo. Fino a un anno fa scegliere un mutuo a fisso per venti anni alle migliori condizioni del mercato costava 727 euro al mese. Oggi ce ne vogliono circa 620 euro di differenza che, proiettati sull’intera durata del finanziamento, significano un minor esborso di oltre 26 mila euro.
Queste cifre spiegano perché le richiestedi prodotti a tassofisso negli ultimi mesi stiano vivendo una vera e propria escalation nelle “classifiche” e nel cuore dei mutuatari. Anche i variabili sono ai loro minimi storici, scendendo addirittura all’1,19%, un livello che in Italia non si è mai visto. Il tassovariabile agganciato a dei parametri che variano nel tempo, quali ad esempio l’Euribor a 1, 3, o 6 mesi, ha il vantaggio di offrire un importo della rata piùbasso del fisso, ma in caso di innalzamento dell’indice interbancario Euribor, il valore delle rate verrà aumentato. In compenso, in caso di discesa dell’indice di riferimento, il valore delle rate diminuirà. I mutui a tassovariabile non sono mai stati così convenienti come in questo periodo. Oggi con l’Euribor sotto zero, iltassovariabileè sicuramente la scelta più conveniente nel breve e medio periodo. Nei fatti, si paga solo lo spread, ma i tassi non rimarranno sempre ai livelli attuali e potrebbero risalire.
E le banche? Possono permettersi tassi così bassi per il costo minimo della raccolta e spingono sul fisso perché chi lo sottoscrive ai livelli attuali difficilmente opterà di surrogare in futuro. Oggi fra i “mutui più economici”, figurano quelli offerti da Intesa Sanpaolo, grazie al lancio di un’iniziativa promozionale che durerà fino alla fine dell’anno, con spread a partire dall’1,15% per i finanziamenti a tasso variabile e a partire dall’1,75% per quelli a tasso fisso.