Il valore catastale di un immobile – ben noto come rendita catastale rivalutata – è la base imponibile per il calcolo di determinate imposte. In particolare, rappresenta è il parametro sul quale si calcolano le imposte di successione e di donazione e le imposte di registro, ipotecarie e catastali in caso di acquisto di immobili ad uso abitativo e relative pertinenze. Inoltre, proprio in base al valore catastale, si applica il meccanismo della valutazione automatica: un meccanismo che impedisce all'Ufficio del Registro il potere di procedere all'accertamento di valore qualora il valore o il corrispettivo degli immobili, iscritti in catasto con attribuzione di rendita, sia dichiarato in misura non inferiore al reddito risultante in catasto, aggiornato con gli appositi coefficienti.
Per il calcolo del valore catastale occorre moltiplicare la rendita catastale dell'immobile per determinati coefficienti, diversifati a seconda della categoria catastale di appartenenza; a tal proposito, è bene ricordare che la legge prescrive la rivalutazione della rendita catastale dell'immobile – nella misura del 5% – prima di eseguire la moltiplicazione per il coefficiente legislativamente previsto.
Gli immobili di destinazione ordinaria sono suddivisi nei seguenti gruppi catastali:
- gruppo A : unità immobiliari ad uso abitativo o assimilabile;
- gruppo B : unità immobiliari ad uso alloggio collettivo;
- gruppo C : unità immobiliari a destinazione commerciale.
Ai fini del calcolo dell'IMU - Imposta Municipale Unica sono stati definiti i seguenti coefficienti:
- gruppo A: 160 (eccetto A/10: 63);
- gruppo B: 140;
- gruppo C
- C/1:55;
- C/2,C/6,C/7:160;
- C/3,C/4,C/5:140;
- gruppo D (immobili a destinazione speciale): 65 (eccetto D/5: 80).