Insolvenza

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Il termine insolvenza è utilizzato quando un soggetto economico, tipicamente imprenditore commerciale, non è in grado di onorare regolarmente le obbligazioni assunte, rispetto alle scadenze e alle modalità di pagamento pattuite. Contrariamente allo stato di crisi – riferito a una difficoltà temporanea del soggetto – l'insolvenza si configura come una situazione permanente; inoltre, se l'obbligazione è contratta con proprosito di inadempienza (dissumulando, quindi, lo stato d'insolvenza) si configura un reato contro il patrimonio del creditore e assume le caratteristiche di insolvenza fraudolenta.

Ancor più grave è il cosiddetto stato di decozione: quest'ultimo, infatti, è riferito a tutta la situazione patrimoniale, economica e finanziaria, del soggetto e non ad una semplice inadempienza (presupposto "oggettivo" per dichiarare il fallimento di un soggetto).

In relazione ad un operazione creditizia, il rischio che il debitore non assolva anche solo in parte agli obblighi di rimborso del capitale e/o del pagamento degli interessi al creditore è definito, perciò, come il rischio di insolvenza (o rischio di credito); l'aumento di tale rischio, difatto, determina una maggiore difficoltà di accesso al credito nel sistema creditizio-bancario.

Nel caso di una richiesta di mutuo, i fattori che determinano un aumento del rischio di insolvenza sono:

  • storia creditizia negativa del richiedente: in caso di rate non pagate o pagate in ritardo si rischia di essere segnalati come "cattivi pagatori" dalle centrali rischi, consultate sistematicamente dagli istituti in fase di analisi reddituale della pratica;
  • rapporto elevato tra rata e reddito mensile (netto): all'aumentare del rapporto, aumentano le difficoltà di rimborso regolare;
  • alto rapporto tra l'importo mutuato ed il valore dell'immobile (Loan To Value): in caso di vendita forzata dell'immobile, il ricavato è tipicamente inferiore al reale valore di mercato, perciò all'aumentare del LTV aumenta il rischio per la banca di non recuperare quanto prestato;
  • redditi discontinui e periodi di disoccupazione: la certezza per la banca di incassare periodicamente la rata è assicurata da una continuità retributiva e rappresenta un presupposto alla concessione del mutuo;
  • età avanzata dei richiedenti: a causa dell'alto rischio di morte;
  • rivendibilità dell'immobile: valutata in fase di istruttoria tecnico-legale grazie alla perizia di un tecnico incaricato dalla banca.

Per bilanciare l'elevato rischio di credito, in generale, gli istituti possono richiedere l'inserimento di garanzie reddituali da parte di un terzo (garante), in modo da agevolare e rendere più sicura la concessione di un prestito; un esempio tipico riguarda i giovani lavoratori precari o aticipi: oltre alle polizze assicurative obbligatorie a copertura del rischio di perdita del posto di lavoro, le banche molto spesso richiedono l'intervento dei genitori a garanzia del mutuo.

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