Il catasto edilizio è il complesso di documenti – atti, registri, elementi grafici, disegni – che descrivono in termini giuridici ed economici lo stato attuale e la storia di un determinato territorio e degli immobili sovrastanti.
La formazione del catasto dei terreni è finalizzato all'attribuzione di una rendita ad ogni particella catastale (e unità immobiliare) e alla determinazione di una base imponibile dalla quale ricavare altri tributi (es. IMU); quest'ultima operazione, tuttavia, è stata introdotta dalla riforma del catasto del 2012 al fine di rendere la tassazione immobiliare più equa.
In particolare, le operazioni censuarie per la formazione del catasto si articolano in:
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rilevazione topografica del territorio;
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attività di misurazione (triangolazione, poligonazione, delimitazione, terminazione, rilevamento particellare, costruzione della mappa e calcolo particellare);
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attività di stima (qualificazione, classificazione, classamento e determinazione della tariffa d'estimo).
Con l'obiettivo di rappresentare sia un documento storico che un documento d'attualità, il catasto introduce negli atti – fin dalla loro formazione – le variazioni necessarie a porre in evidenza i cambiamenti avvenuti; le cosiddette operazioni "di conservazione" (volture), le note di variazione e una serie di verifiche ordinarie e straordinarie consentono infatti di garantire un buon livello di aggiornamento.
In Italia, a partire dal 1° dicembre 2012,i servizi del catasto – compresi quelli geotopocartografici e quelli relativi alle conservatorie dei registri immobiliari – sono gestiti dall'Agenzia delle Entrate (a seguito dell'incorporazione dell'Agenzia del territorio).